L'audizione di Ribera è uno scontro feroce sulle vittime di Valencia. E mette a rischio il via libera ai vicepresidenti dell'esecutivo Ue
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Bruxelles – Alla fine, tutto il mondo è paese e le aule di Bruxelles si trasformano all’occorrenza in megafoni delle beghe nazionali. Così, l’audizione all’Eurocamera della socialista spagnola Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva della Commissione europea designata per una transizione pulita, giusta e competitiva, è diventata teatro di un feroce scontro sulle responsabilità della tragica alluvione di Valencia, costata la vita a 222 persone. (EuNews)
Su altre fonti
Ma accuse reciproche (in larga parte strumentali) rischiano davvero di far saltare il varo. Nel caos post-audizioni dei Commissari designati, a Bruxelles si teme il peggio: lo sgretolamento dell'Ursula bis. (il Giornale)
Ma per capire quanto sia realmente concreto il rischio d… (La Stampa)
Questo significa che dopo le elezioni di giugno, l'Unione europea potrebbe continuare a non avere un governo operativo, in un contesto precario in cui non è chiaro cosa accadrà con la guerra in Ucraina dopo l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, quali conseguenze potrebbe avere un'ulteriore escalation in Medio Oriente e dove condurrà una situazione economica traballante. (EuropaToday)
A BRUXELLES il muro contro muro tra popolari e socialisti, impegnati in progetti strategici opposti e confliggenti, ha paralizza tutto e mette a fortissimo rischio la sorte della Commissione. (il manifesto)
I recenti attacchi alla candidata socialista Teresa Ribera sono emblematici di una nuova fase: l’aggressività verbale, già conosciuta nei circoli dell’estrema destra, si manifesta anche tra i Popolari, soprattutto sotto la guida del capogruppo Manfred Weber. (LA NOTIZIA)
Il testo sulla deforestazione, ai voti dell’aula del Parlamento europeo oggi a Bruxelles per la scelta di rimandarne l’attuazione di un anno, è l’occasione per un nuovo stra… Poteva essere il giorno della riconciliazione o almeno di un riavvicinamento tra il Ppe e i socialisti, i due grandi azionisti della maggioranza Ursula, e invece non è andata così. (L'HuffPost)