Confcommercio: chiusure festivi? Sì a confronto ma finora modello efficace

Confcommercio: chiusure festivi? Sì a confronto ma finora modello efficace
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Agenzia askanews INTERNO

Milano, 20 dic. – Confcommercio sottolinea “la crescente importanza dei fatturati registrati nei punti di vendita nelle giornate domenicali e festive” per esprimere la sua posizione sulla proposta di legge di Fratelli d’Italia di chiudere le attività commerciali in almeno sei giorni festivi dell’anno: Natale e Santo Stefano, Pasqua, Primo Maggio, Ferragosto e Capodanno. “Come sempre – scrive in una nota – siamo pronti al confronto su tutto. (Agenzia askanews)

La notizia riportata su altre testate

Una riforma delle aperture dei punti vendita, con l’introduzione di sei giorni l’anno di chiusura. È quanto ha proposto il deputato di Fratelli d’Italia Silvio Giovine. di Andrea Dusio (Alimentando)

Il dibattito è accesissimo tra i nostri lettori, che commentano la proposta del deputato di Fdi Silvio Giovine. Sassari C’è chi ironizza “il salame si può acquistare il 24...” e chi rilancia: “giusto chiudere non solo nei festivi, ma anche tutte le domeniche”. (La Nuova Sardegna)

In linea generale i consumatori mostrano solidarietà nei confronti dei dipendenti che lavorano nei giorni festivi e che passeranno anche Natale e Capodanno tra banconi e scaffali. (La Nuova Sardegna)

Negozi chiusi per le Feste. Assist alle vendite on line

La questione è semplice: dopo anni di liberalizzazione totale del commercio i piccoli negozi di quartiere sono stati spazzati via, in parte per una naturale modernizzazione della distribuzione e in parte perché impossibilitati ad assicurare gli stessi orari di lavoro dei supermercati. (Avvenire)

Così commenta Marvj Rosselli, Direttrice provinciale Confesercenti Modena che aggiunge: "Non va dimenticato che con il Decreto Salva Italia del governo Monti è stata permessa l’apertura selvaggia delle attività commerciali: 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, domeniche e festività comprese. (il Resto del Carlino)

«Non siamo più negli anni Ottanta, il mondo del commercio e il mercato sono cambiati e il Covid dovrebbe averci dato un insegnamento, che sembra già dimenticato». Niente shopping e spesa almeno per sei giorni l'anno: Natale, Pasqua, Primo Maggio, Ferragosto, Capodanno e Santo Stefano (il Giornale)