Stile Trenitalia – Odissea di un viaggiatore tra ritardi e per motivi ridicoli e misteriosi

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Il Fatto Quotidiano INTERNO

Se davvero quando c’era “Lui” i treni arrivavano in orario, allora che facciano i fascisti fino in fondo. È una battuta, ovviamente. Ma certo è a suo modo straordinario che un ceto politico così affezionato ad alcune narrazioni del ventennio sia tanto sovranamente (avverbio anch’esso simbolico…) indifferente al disastro in cui è precipitato il nostro sistema dei trasporti. Dove è finita la puntualità? Dove l’ordine? Dove l’orologio e i cartelloni con le prescrizioni in-de-ro-ga-bi-li? Lo stress col caldo indispone, naturalmente. (Il Fatto Quotidiano)

Su altri media

Matteo Renzi ha duramente criticato il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini per i continui ritardi dei treni. In un tweet accompagnato da una foto del monitor del Frecciarossa per Roma che segnava oltre mezz’ora di ritardo, l’ex premier ha espresso il suo scontento. (Il Quotidiano Italiano - Bari)

Ma non ha dubbi nel commentare la … LEGGI – Ferrovie, agosto di cantieri: treni bloccati e rallentati. (Il Fatto Quotidiano)

"Pensavo che dopo il luglio nero, le cose cambiassero. E nessun Ministro dei trasporti ha fatto peggio di Salvini". (Adnkronos)

Le ferrovie sono in buone mani

«È inconcepibile che in uno dei principali Paesi industrializzati del mondo, seconda manifattura europea e con un’industria del turismo che sta sostenendo l’economia nazionale come mai in passato, possano ripetersi continuamente ritardi e disservizi della rete ferroviaria, come accade ormai in maniera sistematica, con punte insostenibili da un mese a questa parte. (Impresa Italiana)

Peggio in Calabria, Toscana, Campania, Lazio e Veneto: queste, nell’ordine, le regioni che compongono la top five dei disservizi, secondo quanto rilevato dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori che ha monitorato disagi, disservizi e criticità registrate, regione per regione, specialmente sulle tratte ferroviarie. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Tutti vogliono la testa di Matteo, la terza gamba più debole del governo, da Tajani a La Russa, dall'interno della Lega in vista del congresso di gennaio, fino alla guerra in Liguria per contrastare la candidatura di Edoardo Rixi ora che Giovanni Toti si è dimesso, per non parlare della sinistra giustizialista e manettara e delle partite di potere in Lombardia. (Italia Oggi)