Tesla: dal culto al concessionario
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Negli Stati Uniti, qualcosa si sta incrinando tra i consumatori e il Marchio Tesla. Secondo i dati di Edmunds, pubblicati da Reuters, nelle prime due settimane di marzo le permute di veicoli Tesla – cioè le auto date indietro ai concessionari – sono salite all’1,4% del totale dell’usato, rispetto allo 0,4% dello stesso periodo del 2024. Un balzo che potrebbe sembrare marginale, ma che per gli analisti segnala una tendenza in crescita: quella di una parte degli americani che inizia a voltare le spalle alla creatura del Divino Elon. (Autoappassionati.it)
Ne parlano anche altre fonti
Naviga in cattive acque il titolo Tesla, che da inizio anno perduto quasi il 40%. Un tracollo che è da imputare, in parte al coinvolgimento politico del suo patron Elon Musk, legato a doppio filo al Presidente Donald Trump, ma anche all'andamento deludente delle vendite ed alla concorrenza sempre più agguerrita dei marchi cinesi di auto elettriche, molto più economici. (QuiFinanza)
È allarme rosso per Elon Musk . È un allarme che riecheggia da Main Street a Wall Street, fin nelle più protette stanze del potere dove in gioco è la national security. (Il Sole 24 ORE)
E quello non è a Tesla”. Con queste parole Ross Gerber, investitore e storico sostenitore di Elon Musk, ha chiesto all’amministratore delegato della casa automobilistica di farsi da parte per il bene dell’azienda. (Il Fatto Quotidiano)
E quello non è a Tesla”. NEW YORK – “Il problema non è il suo impegno nel governo, ma dove spende il suo tempo. (la Repubblica)
Le vendite della casa automobilistica sono calate molto in Europa, sono diminuite in Cina e sono rallentate anche in alcune aree degli Stati Uniti. Durante i due mesi trascorsi da Elon Musk a Washington, come figura di spicco del Dipartimento per l'efficenza del governo degli Stati Uniti (Doge), le azioni di Tesla hanno subito un crollo vertiginoso, perdendo oltre il 40% del loro valore. (Sky Tg24 )
Alla vigilia di Natale un’azione della Tesla era arrivata a valere 461 dollari, più del doppio dei 226 del 4 novembre, vigilia dell’elezione di Trump. Sono passati appena tre mesi. (Corriere della Sera)