Meloni provoca il Pd, “Inutili le macumbe”
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ROMA — Al microfono della Camera dei Deputati, Giorgia Meloni, nonostante una fastidiosa tosse e un forte mal di gola post comizio di Atreju, ha colto l'occasione per attaccare il Partito Democratico, suggerendo ironicamente che dovrebbero frequentare un corso di voodoo, poiché le loro "macumbe" anti-governo non stanno funzionando. Tuttavia, la vera sorpresa della giornata è stata l'assenza quasi totale dei parlamentari della Lega, con il vicepremier e leader del partito, Matteo Salvini, che ha disertato i banchi del governo.
La premier, visibilmente imbarazzata, ha cercato di mantenere la calma e ha invocato ancora una volta la compattezza della sua maggioranza. Ma l'assenza dei leghisti, in un momento così delicato, ha sollevato non poche domande e preoccupazioni tra le fila di Fratelli d'Italia. Gianfranco Rotondi, deputato di lungo corso e democristiano di antico rito, ha notato immediatamente la scarsità di presenze nei banchi della Lega, sottolineando come, in un momento così, tale assenza salti subito all'occhio.
La situazione è apparsa ancora più tesa quando, in privato, Meloni ha cercato di capire le ragioni di questo forfait. Gli uomini dell'ala più dura di Fratelli d'Italia, infatti, hanno interpretato l'assenza plateale come un segnale minaccioso diretto alla premier, anche se non è chiaro quale possa essere il messaggio sotteso. La scena, definita da alcuni come uno psicodramma leghista, ha visto il deputato Candiani pronunciare un intervento che ha ulteriormente alimentato le tensioni.
La giornata di ieri ha messo in luce le fragilità e le tensioni interne alla maggioranza di governo, con la Lega che, attraverso un'assenza tanto vistosa quanto enigmatica, ha lanciato un segnale forte e chiaro a Giorgia Meloni.