Stallo alla COP29: i Paesi in via di sviluppo rifiutano l'«offerta» di 300 miliardi di dollari l'anno
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«Una barzelletta», con queste scarne parole il portavoce dell'African Group boccia quella che doveva essere la bozza finale con cui la presidenza azera di COP 29 sperava di chiudere il negoziato sulla finanza, principale obbiettivo della Conferenza sul clima a Baku. I Paesi sviluppati hanno messo sul tavolo un pacchetto di 300 miliardi di dollari all'anno, tra finanza pubblica e privata (alzando l'asticella dalla precedente offerta di 250). (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altri media
Anche l’edizione 2024 del meeting mondiale sul clima, la COP 29 di Baku, si concede un giorno in più per tentare il solito accordo ai tempi supplementari. (Vaielettrico.it)
Per l'esperto Jacopo Bencini, nei confronti dei sempre più numerosi conflitti come in quello del riscaldamento globale, il mondo è paralizzato da una sorta di negazione. (Avvenire)
La bozza attuale è un completo disastro. “Mentre la Cop29 sta arrivando alla sua fine, non dovrebbe essere una sorpresa che un’altra Cop stia fallendo. (Il Fatto Quotidiano)
Gli autori del Terzo rapporto del gruppo di esperti indipendenti sulla finanza climatica, Amar Bhattacharya, Vera Songwe and Nicholas Stern hanno stabilito che l’NCQG dovrebbe impegnare i Paesi sviluppati a fornire almeno 300 miliardi di dollari all'anno entro il 2030 e 390 miliardi di dollari all'anno entro il 2035. (Corriere della Sera)
I Paesi poveri chiedono, però, che gran parte di questi sia data in forma di aiuti pubblici e non come ora – il 69 per cento tra 2021 e 2022 – di prestiti per non aggravare il debito, già enorme: una su tre spende più per ripagare i passivi che per salute, istruzione e ambiente. (Avvenire)
Dopo due settimane di negoziati passa l'accordo sull'aumento degli aiuti climatici ai paesi in via di sviluppo. A Baku viene approvato anche il mercato internazionale del carbonio, che permetterà agli stati di investire in progetti di decarbonizzazione all'estero (Sky Tg24 )