Il Colle e quell’altra idea dell’Italia
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Il Palazzo, come luogo spesso separato non c’è, in questo decimo discorso di fine anno di Sergio Mattarella. Ci sono però l’Italia e il mondo. In questo senso la riflessione è molto politica. Lo è, innanzitutto, l’assillo per la pace, per come viene declinato: non solo come anelito morale, ma come responsabilità nelle scelte. Mattarella ci dice che la pace va costruit… (La Stampa)
La notizia riportata su altri media
Nel discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella non si trova un espresso riferimento all'Unione Europea. Ma non si tratta affatto di una dimenticanza o di una sottovalutazione del relativo ruolo. (Milano Finanza)
Quando un mese e mezzo dopo il decreto è stato convertito in legge, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha suonato le campane: «Per la prima volta la nazione ha un progetto strutturale con misure concrete». (Corriere Roma)
Ogni volta mi ripropongo di non ascoltare il successivo, ma il dovere civico è più forte: come si fa a non ascoltare, e con la massima attenzione, ciò che il Presidente ha da dire alla Nazione? Alla fine, mi siedo e mi appresto all’ascolto con animo speranzoso. (Nicola Porro)
Perché è poco divertente il gioco degli specchi sul Quirinale (Start Magazine)
Nel suo intervento di fine anno il Presidente della Repubblica italiana ha toccato alcuni aspetti significativi, di stretta attualità: la pace (che inizia con la difesa della libertà), la detenzione di Cecilia Sala e la libertà di informazione, il pericolo della ricchezza nelle mani di pochissimi (a fonte della povertà di molti), il senso del vero patriottismo, la necessità di ascoltare e dare risposte ai giovani (Diocesi di MIlano)
Si apre con l’auspicio della pace, che «mai come adesso grida la sua urgenza». E «tocca a noi saperla tradurre in realtà». (ilmessaggero.it)