Mattarella e le contraddizioni del secondo mandato: "Vi rinfresco la memoria" ▷ Prof. Becchi
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“È patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità“. Hanno fatto discutere le dichiarazioni di Mattarella nel corso del suo decimo discorso da Presidente della Repubblica. Si torna a dibattere, così, di un mandato che si avvia verso l’undicesimo anno e finirà allo scadere del quattordicesimo, quello del Presidente Mattarella. (Radio Radio)
Se ne è parlato anche su altre testate
Viviamo momenti difficili con le lacerazioni della guerra che ci impongono di rinsaldare i rapporti, di non perderci nelle guerriglie politicanti, di affrontare i problemi che ci sono - vengono elencati tutti perché nessuno si senta dimenticato - ma che possiamo risolvere un passo alla volta grazie ai risultati che abbiamo già raggiunto e alla fiducia che ci deve sostenere sempre. (ilmattino.it)
Patriottismo è una parola cara alla destra. Il presidente l’altra sera l’ha declinata così: sono patrioti i medici nei pronto soccorso, gli insegnanti, gli imprenditori con responsabilità sociale, i giovani che studiano, i citt… (la Repubblica)
I messaggi, trasmessi in tv a reti unificate, hanno la caratteristica di rivolgersi a un pubblico assai largo, a differenza dagli altri interventi del Capo dello Stato riassunti e mediati da tv e giornali: Mattarella, che parla ormai con una frequenza settimanale o plurisettimanale e non si fa scrupolo di far sapere ciò che pensa, ne tiene conto ormai da dieci anni. (La Stampa)
Ma ha soprattutto indicato quella che abbiamo invece di fronte, ancora in larga parte incompiuta: «Liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia». (il manifesto)
Questo disse Sergio Mattarella quando fu eletto il 31 gennaio 2015. Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini». (Corriere della Sera)
Perché è poco divertente il gioco degli specchi sul Quirinale (Start Magazine)