La scomparsa della vedova di Pinelli. «Due volte vittima di Piazza Fontana»
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La sua battaglia per la verità, Licia Rognini, l’aveva cominciata nel dicembre del ‘69, quando suo marito Giuseppe, “Pino”, Pinelli, il ferroviere anarchico ingiustamente fermato per la strage di piazza Fontana, era precipitato dalla finestra della questura di Milano. Alcune ore dopo si era rivolta a un funzionario di polizia per sapere perché non l’avessero avvertita e a informarla fossero stati due giornalisti, la risposta la lasciò incredula: «Non avevamo tempo». (ilmessaggero.it)
Su altri giornali
Licia Pinelli se n’è andata senza avere ricevuto risposta alla domanda che cominciò a porre 56 anni fa, quando l’avvisarono che suo marito Pino, ferroviere anarchico, era morto precipitando da una finestra della questura di Milano, la sera del 15 dicembre 1969. (Corriere della Sera)
Celebriamo la lunga vita di Licia Rognini Pinelli, che ieri ha lasciato il corpo terreno all’età di 96 anni. Donna forte, buona, generosa, combattiva, coraggiosa, piena di dignità e fermezza. Madre amorevole. (Azione nonviolenta)
Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato al ministro della Difesa Guido Crosetto. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
«Ci ripeteva sempre una frase: “Alla fine, nella vita quel che conta è aver amato”. E questo lei lo ha fatto ed è stata amata tanto. Ci stanno chiamando centinaia di persone, non riesco a mettere giù il telefono da stamattina. (La Repubblica)
«Mia madre ha portato avanti una battaglia per tutti, non solo per Pino che ha profondamente amato. MILANO. (La Stampa)
Ricordiamo la sua vita trascorsa a lottare per un mondo più gusto, a cercare senza sosta la verità per suo marito Giuseppe, uomo libero e vittima, come tanti altri, della strategia della tensione che i neofascisti e le forze atlantiche avevano adottato per fermare i movimenti operai e le rivolte studentesche. (Contropiano)