"Luci a San Siro? E' nata a Casale Monferrato"

Luci a San Siro? E' nata a Casale Monferrato
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(Nella foto: Roberto Vecchioni a Casale Monferrato nel concerto del 12 settembre 2016 per l'inaugurazione del Parco Eternot) “Luci a San Siro? E' nata a Casale Monferrato”. La rivelazione di Roberto Vecchioni su come è stata concepita una delle canzoni più belle e celebri della musica d'autore italiana è contenuta in un'intervista pubblicata questa mattina dal Corriere della Sera, a firma di Aldo Cazzullo (Casale News)

Se ne è parlato anche su altri media

In un’intervista al Corriere della Sera, il cantante ha raccontato alcuni episodi personali, dall’orgoglio per le sue figlie alla perdita devastante del figlio ROMA – In un’intervista al Corriere della Sera, Roberto Vecchioni ha raccontato alcuni episodi personali, dall’orgoglio per le sue figlie alla perdita devastante del figlio Arrigo. (Dire)

La malattia mentale viene ancora affrontata come una vergogna; invece se ne deve parlare. Non avevamo mai pensato al suicidio. (Liberoquotidiano.it)

La genesi di ‘Luci a San Siro’ (compresa la versione cantata nel 1971 da Rossano intitolata ‘Ho perso il conto’), l’amore a bordo della 600 grigio topo della canzone, che parla della montagnetta e non dello stadio, una serata movimentata a Milano (Rolling Stone Italia)

Roberto Vecchioni: "Bevevo superalcolici, mio figlio soffriva a vedermi distruggere. Non avevamo mai pensato al suicidio"

La donna di cui canta Roberto Vecchioni in Luci a San Siro è stata il primo vero amore del cantautore lombardo. A rivelarlo è lui stesso in una lunga intervista concessa ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera. (Open)

Sono gemelle ma molto diverse, una alta e bionda, l’altra piccola e bruna. Due Babbi alti tre metri ci accolgono in giardino, per la gioia di Amelia e Adelaide, le splendide nipotine nate dalla figlia Carolina. (Corriere della Sera)

"Prima di ogni operazione, al polmone, al rene, alla prostata, al cuore, lei mi ha sempre fatto coraggio, “cosa vuoi che sia?”. Sono sempre entrato in sala operatoria ride… (L'HuffPost)