Vecchioni: “Luci a San Siro? Non parlo dello stadio della mia Inter! Ecco la verità”

Vecchioni: “Luci a San Siro? Non parlo dello stadio della mia Inter! Ecco la verità”
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo

«Tanto che importa, a chi la ascolta, se lei c’è stata o non c’è stata, e lei chi è?». Appunto: lei chi è? «Il primo vero amore. Siamo stati insieme quattro anni». La prima volta fu con la ragazza di Luci a San Siro? «No. Però erano stati amori casuali, neanche tanto piacevoli. Con lei fu la scoperta del sesso, un’emozione fortissima. Quando mi lasciò fu terribile. Mi pareva di aver perso l’unica donna del mondo». (fcinter1908)

La notizia riportata su altri giornali

“Luci a San Siro? E' nata a Casale Monferrato”. La rivelazione di Roberto Vecchioni su come è stata concepita una delle canzoni più belle e celebri della musica d'autore italiana è contenuta in un'intervista pubblicata questa mattina dal Corriere della Sera, a firma di Aldo Cazzullo. (Casale News)

La malattia mentale viene ancora affrontata come una vergogna; invece se ne deve parlare. Roberto Vecchioni si racconta e lo fa in una lunga intervista al Corriere della Sera. (Liberoquotidiano.it)

Francesca è omosessuale, molto impegnata nella sua associazione Diversity. Due Babbi alti tre metri ci accolgono in giardino, per la gioia di Amelia e Adelaide, le splendide nipotine nate dalla figlia Carolina. (Corriere della Sera)

Roberto Vecchioni, il dramma privato: "Da un anno mi ritrovo a piangere da solo di notte"

La genesi di ‘Luci a San Siro’ (compresa la versione cantata nel 1971 da Rossano intitolata ‘Ho perso il conto’), l’amore a bordo della 600 grigio topo della canzone, che parla della montagnetta e non dello stadio, una serata movimentata a Milano (Rolling Stone Italia)

La donna di cui canta Roberto Vecchioni in Luci a San Siro è stata il primo vero amore del cantautore lombardo. A rivelarlo è lui stesso in una lunga intervista concessa ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera. (Open)

Si può cercare di andare avanti, come meglio si può, aggrappandosi alle piccole gioie quotidiane. Lo sa bene Roberto Vecchioni, che a quasi due anni di distanza dalla morte del figlio Arrigo, si è confessato a cuore aperto sulle circostanze che hanno portato al suo suicidio. (DiLei)