Trapani, violenze e torture in carcere
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Video diffuso dalla Polizia Penitenziaria La violenza era il metodo usato per garantire l'ordine nel carcere Pietro Cerulli di Trapani. Botte, umiliazioni, insulti, maltrattamenti fisici e psicologici, talvolta vere e proprie torture ai danni dei detenuti, in particolare di quelli più fragili. Una sorta di «girone dantesco» per usare le parole del procuratore capo Gabriele Paci che, parlando di scenari degni dei «Miserabili di Victor Hugo», ha spiegato come almeno un quinto del totale degli agenti della penitenziaria in servizio fosse coinvolto in questo modus operandi diffuso e reiterato nel tempo. (il Giornale)
Se ne è parlato anche su altre testate
Era stato dimenticato da tutti, il carcere di Trapani. … (la Repubblica)
Tutto avveniva dietro i cancelli del “reparto blu”. E’ lì che sarebbero stati commessi torture e abusi ai danni dei detenuti. Siamo nella casa circondariale “Pietro Cerulli” di Trapani. E’ di stamane la notizia del blitz del nucleo di Polizia Penitenziaria che ha visto finire ai domiciliari undici agenti in servizio nel carcere, per altri ventiquattro è scattata la misura cautelare della sospensione dal servizio, ma di indagati ce ne sono almeno altri dieci. (Alqamah)
«A volte i detenuti venivano fatti spogliare, investiti da lanci d’acqua mista a urina» e veniva «praticata violenza quasi di gruppo, gratuita e inconcepibile... È un esercizio davvero doloroso, quello di ascoltare la ricostruzione del procuratore di Trapani Gabriele Paci, coordinatore dell’inchiesta nata nel 2021 e che ieri ha portato all’emissione di 25 misure cautelari e interdittive a carico di altrettanti agenti penitenziari del carcere Pietro Cerulli. (Avvenire)
Anche la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il giovane ucciso a Roma il 22 ottobre 2009 mentre era sottoposto a custodia cautelare (il 4 aprile 2022 la Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva due carabinieri) commenta l’inchiesta sul carcere di Trapani (Giornale di Sicilia)
L’inchiesta è durata circa due anni (2021-2023), segno che non ha riguardato un singolo episodio ma una modalità criminale, violenta, truce, e purtroppo non estemporanea, di gestione della pena carceraria nei confronti dei più vulnerabili. (il manifesto)
“Appena succede qualcosa, saliamo nel reparto... li sminchiamo”. E se i dottori parlano. “Sminchiamo anche loro”. I poliziotti si organizzavano in “squadrette” per picchiare i detenuti. /11/2024 06:00:00 (Tp24)