Milano, Italia. Il Salvini assolto fa casino a tutto campo
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Le pagine dei giornali di questo Natale sprizzano Salvini da tutti i pori. Ma dopo l’assoluzione per il caso Open Arms, il ministro delle Infrastrutture, sembra aver perduto i freni inibitori che non erano il suo forte neanche prima, invero: così, prima lascia intendere che adesso è pronto a tornare a “occuparsi di sicurezza”, cioè a fare il ministro dell’Interno. Poi, rimbalzato da Meloni, Matteo si proietta nella funzione di improbabile king maker del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, o in quella ancora più improbabile di sfidante in prima persona. (GLI STATI GENERALI)
La notizia riportata su altri giornali
All'indomani della assoluzione del vicepremier Matteo Salvini nel processo Open Arms, Albertini e Nordio si ritrovano concordi sulla necessità di fornire aiuti concreti alle vittime della facilità accusatoria delle Procure, oggi penalizzate dalla mancanza di fondi. (il Giornale)
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, dopo la sentenza di primo grado che ha assolto Salvini da tutte le accuse per la vicenda Open arms, ha detto che "questo processo, fondato sul nulla, non si sarebbe nemmeno dovuto cominciare", aggiungendo che bisogna "risarcire le persone che finiscono nella graticola giudiziaria per anni". (Fanpage.it)
L’ultimo disperato trucchetto delle opposizioni e dei commentatori di contorno è quello di rivoltare la morale della loro più cocente sconfitta, quella avvenuta pochi giorni fa sul processo Open Arms (ma sul tema migranti, vedrete, non sarà di certo l’ultima), nell’ennesimo attacco al governo e alla maggioranza. (Secolo d'Italia)
Io non simpatizzo per nessuno dei due anche se il più pericoloso è il medievalista Salvini a cui danno man forte Fedriga e la Meloni. Praticamente nulla invece sull'assoluzione di Renzi. (ilgazzettino.it)
Bisognerà aspettare come sempre le motivazioni della sentenza per conoscere le ragioni dell’assoluzione di Matteo Salvini. (L'HuffPost)
Matteo Salvini festeggia l'assoluzione nel processo Open Arms insieme ai militanti leghisti e ai simpatizzanti che si fermano per una fetta di pandoro o panettone al gazebo di via Dante, a Milano. (TGR Lombardia)