“Non ho un lavoro. Non ho nulla. Nessuno crederà in me”. Detenuto si toglie la vita nel carcere di Rebibbia

“Non ho un lavoro. Non ho nulla. Nessuno crederà in me”. Detenuto si toglie la vita nel carcere di Rebibbia
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La Stampa INTERNO

«Non ho un lavoro. Non ho nulla. Nessuno crederà in me». La paura di Giuseppe Pietralito era racchiusa tutta lì, in poche parole confidate ai suoi avvocati. Temeva quello che c’è oltre le sbarre. Il futuro senza un riscatto, senza una prospettiva, senza un’opportunità. La libertà? Ai suoi occhi, reclusi nel carcere di Rebibbia dall’agosto 2022, pareva una dannazione. Così ieri si è ammazzato in cella, nel reparto G12 (La Stampa)

Se ne è parlato anche su altre testate

Sul luogo della tragica morte si sono portati i Carabinieri della Compagnia di Pontecorvo che hanno avviato gli accertamenti del caso: tutto al momento, secondo quanto ricostruito dai militari dell’Arma, farebbe pensare ad un gesto estremo del cinquantottenne. (Frosinone News)

E' il 59esimo suicidio in carcere in Italia dall'inizio dell'anno. Un detenuto di circa 30 anni, italiano, si è impiccato nella sua cella del reparto G12 della casa circondariale di Roma Rebibbia. (Corriere Roma)

Cinquantotto suicidi dall'inizio dell'anno, l'ultimo domenica scorsa nel carcere di Bologna. Del resto, è innocente un terzo dei detenuti italiani, eppure sta dentro. (il Resto del Carlino)

Avvocati e magistrati sull’emergenza carceri: “Amnistie e indulti contro il sovraffollamento”

Un richiamo fort… «La solidarietà non basta più, è necessario che ognuno faccia la sua parte e si assuma le sue responsabilità». (La Repubblica)

Dirigenze degli Uffici Giudiziari a raccolta negli spazi dell’Auditorium Adone Zoli, presso il Tribunale di Firenze, nell’incontro promosso dall’Ordine degli Avvocati di Firenze. L’obiettivo: far sentire la propria voce contro un sistema carcerario non più tollerabile; sollecitare Governo e Parlamento ad azioni concrete. (gonews)

Amnistie e indulti per alleggerire il sovraffollamento delle carceri. Ma anche investimenti economici per garantire personale qualificato e strumenti tecnologici a supporto di pene alternative, per dare respiro al sistema penitenziario in crisi. (La Repubblica Firenze.it)