Italiani, popolo di riciclatori di regali

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
ECONOMIA

Un maglione, una sciarpa o un paio di calzini – magari dalla fantasia discutibile – ma anche cosmetici, libri e cibarie: il campionario dei doni poco graditi è ricco e le feste sono l’occasione buona per disfarsene. Su questo gli italiani sono maestri. Secondo una ricerca di Confcooperative, i connazionali si confermano sempre più “riciclatori seriali” di regali: uno su due – circa 28 milioni di persone – riutilizza o rivende online i doni ricevuti. Questa tendenza, che genera un risparmio complessivo di 3,5 miliardi di euro, è in crescita costante negli ultimi anni, complici l’incertezza economica e il caro vita.

I “riciclatori seriali” sono ben 28 milioni, dimostrando come questa vecchia abitudine si sia evoluta in una tendenza sempre più consolidata negli ultimi anni. Regifting, ovvero rivendere i regali non graditi, lo fa un italiano su 3: cosa sta cambiando e perché? L’ennesima cravatta, la sciarpa dai colori improbabili, il gadget tanto tecnologico quanto inutile, il libro che proprio non vogliamo leggere. La lista dei regali sgraditi che si compila dopo le feste è lunga. Oggetti, accessori, capi di abbigliamento che spesso finiscono dimenticati in un angolo di casa o dell’armadio.

Attenzione però: lo sdoganamento del second hand e la diffusione delle piattaforme di reselling stanno modificando i comportamenti. Con il Natale si riapre anche la stagione dei regali non graditi e quest’anno un italiano su due si dice pronto a riciclare i doni ricevuti. Una tendenza in crescita costante negli ultimi anni, complici l’incertezza economica e il caro vita, e che porterà a un risparmio complessivo di 3,5 miliardi di euro. È quanto emerge da una ricerca realizzata dal Centro studi di Confcooperative e dedicata a un’abitudine che oggi coinvolge oltre 28 milioni di persone nella Penisola.