Gisèle Pelicot, arrivano le condanne agli stupratori
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Nel corridoio del tribunale di Avignon Gisèle Pelicot è stata immediatamente assediata dalle telecamere e dai microfoni. Suo marito, Dominique, è stato condannato a 20 anni di prigione per averla drogata e averle imposto almeno 200 stupri compiuti da 50 altri uomini, anch’essi condannati in un processo senza precedenti nella storia francese, che ha attirato l’interesse del mondo intero (ne ha scritto Laura Marzi il 23/11, nell’inserto dedicato alla violenza maschile, intervistando Victoire Tuaillon, ndr). (il manifesto)
Ne parlano anche altri media
"Voglio ringraziare tutti per il sostegno, èstata una prova molto dura". "Penso anche a tutte le altre famiglie toccate da questo dramma", ha aggiunto la donna. (la Repubblica)
Voglio che sappiate che amo la stessa lotta». Il coraggio con cui Gisèle Pelicot ha deciso di affrontare la vita pubblica, dopo la scoperta di quanto fatto dall’ex marito nell’arco di dieci anni – Dominique Pelicot ha somministrato all’ex moglie farmaci in grado di renderla incosciente così da permettere ad almeno una cinquantina di uomini (quelli che le Forze dell’ordine sono stati in grado di identificare) di stuprarla nella propria casa – è stata la cifra distintiva del processo che ha sconvolto l’opinione pubblica francese negli ultimi mesi. (Il Sole 24 ORE)
MAZAN (Avignone). «Bisognerebbe che sparisse perché il paese ricominciasse a vivere» borbotta Jérôme, 72 anni come i protagonisti di questa storia buia, tirando a sé il cane per accelerare il passo e sottrarsi alle domande. (La Stampa)
Dominique Pelicot è stato condannato al massimo della pena, 20 anni di carcere, per gli stupri aggravati contro l'ex moglie Gisèle Pelicot, nel processo sugli stupri di Mazan, che si chiude oggi ad Avignone. (L'Unione Sarda.it)
L’ex marito di Gisèle Pelicot è stato condannato alla pena massima di 20 anni di reclusione per averla drogata e stuprata, consentendo anche ad altri uomini di commettere violenze sulla donna mentre lei era incosciente. (LAPRESSE)
Altri hanno dato a lui la colpa, dicendo che li aveva indotti a pensare che stessero partecipando a giochi consensuali. Alcuni degli accusati hanno riconosciuto la loro colpevolezza, ma non tutti. (RSI Radiotelevisione svizzera)