L’aria condizionata accesa, i vestiti hawaiani e la Coca Cola: tutti gli errori di Giacomo Bozzoli

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IL GIORNO INTERNO

– Era in funzione giovedì scorso il motore esterno dell'aria condizionata della villa sul lago di Garda di Giacomo Bozzoli. Segno che qualcuno si trovava all'interno. Così i carabinieri, già in zona perché insospettiti da una telefonata su una delle utenze intercettate, hanno perquisito le stanze della residenza e hanno trovato nel cassettone del letto, nascosto, il proprietario, 39 anni, condannato all'ergastolo per omicidio, latitante e ricercato da dieci giorni in tutta Europa e anche altrove e ora trasferito nel carcere di Bollate (IL GIORNO)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Giacomo Bozzoli arrestato, decisiva una soffiata Giacomo Bozzoli, condannato all’ergastolo per l’omicidio di suo zio Mario, è stato arrestato grazie a una combinazione di indizi tecnologici e una soffiata alle autorità. (Virgilio Notizie)

Giacomo Bozzoli ha annunciato di aver scritto un memoriale in cui spiega di avere un testimone austriaco che lo scagionerebbe: in settimana verrà interrogato in merito alla sua latitanza e potrà rivedere la famiglia. (Fanpage.it)

A interrompere la latitanza di Giacomo Bozzoli, latitante per dieci giorni in tutta Europa dopo essere stato condannato all’ergastolo, è stato il caldo. Gli investigatori erano già in zona perché insospettiti da una telefonata su una delle utenze intercettate. (Il Fatto Quotidiano)

“Troppo stress”: salta l’interrogatorio di Giacomo Bozzoli

Sembrava una fuga perfetta quella di Giacomo Bozzoli, in realtà ha fatto degli errori durante la sua latitanza, che hanno condotto gli investigatori al suo nascondiglio. Primo tra tutti sarebbe stato il rumore dell'aria condizionata della sua villa a Soiano, in cui viveva con la compagna Antonella Colossi e suo figlio di nove anni. (Fanpage.it)

Per la prima volta dal clamoroso arresto, nascosto sotto il letto della sua villa di Soiano, sabato mattina Giacomo Bozzoli ha incontrato il suo avvocato Luigi Frattini, che lo difende da quando - nel dicembre 2015 - finì nel registro degli indagati con l'accusa di aver ucciso e distrutto il cadavere dello zio Mario, accusa per la quale è stato poi condannato all'ergastolo in via definitiva ed è stato arrestato dopo una latitanza di giorni, in parte trascorsa anche con moglie e figlio. (MilanoToday.it)

A tradire la sua presenza agli investigatori, che lo cercavano in tutto il mondo, è stato il motore del condizionatore acceso e il tentativo di connettersi con i familiari con un dispositivo elettronico. (QuiBrescia.it)