Automotive, protesta in Altotevere. Manifestazione a Umbertide: "In provincia 6mila posti a rischio"
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La città, con tutto il suo tessuto economico tanto legato all’automotive, diventa il simbolo del’intero Alto Tevere per un comparto in profonda crisi e che impiega sul territorio, con l’indotto circa 4000 persone. In Piazza Matteotti, dinanzi al municipio ieri mattina i lavoratori del settore metalmeccanico – una settantina – con bandiere e striscioni hanno lanciato il loro grido di aiuto, richiamando l’attenzione di istituzioni ed opinione pubblica sulla gravissima crisi del settore. (LA NAZIONE)
Su altri media
I Segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella, hanno inviato nel pomeriggio di oggi una lettera (che trovate allegata) alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Sottosegretario Alfredo Mantovano, ribadendo la necessità di convocare il Tavolo del settore Automotive alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. (Fiom-Cgil)
È un quadro a tinte sempre più fosche quello del settore automotive e della componentistica. Si tratta di una bomba sociale ad orologeria. (quotidianodipuglia.it)
« L’attuale situazione di stallo nel confronto al Mimit - sostengono i sindacati -, il taglio di risorse pubbliche e la mancata presenza dei vertici di Stellantis, richiedono l’assunzione di una responsabilità non più rinviabile dopo lo sciopero e la manifestazione nazionale dei lavoratori del settore auto. (Il Sole 24 ORE)
Allarme rosso per il settore metalmeccanico. A preoccupare il sindacato è la situazione in cui versano le imprese presenti nel territorio altotiberino e della provincia di Perugia, colpite dalla crisi, nata a livello europeo e che ha avuto ricadute fortissime anche nel territorio umbro. (Corriere dell'Umbria)
"È importante restare uniti e non dividerci. "L'automotive è una delle urgenze su cui è importante aprire un tavolo di lavoro anche con il governo". (Teleborsa)
Questa crisi ha costretto le grandi case automobilistiche europee a ripensare una parte del proprio modello di business, cercando nel risparmio e nei tagli alle spese il mancato profitto dovuto ai minori margini che i Bev garantiscono rispetto alle loro controparti a benzina. (QuiFinanza)