Greenpeace condannata a pagare 660 milioni a una società petrolifera. E ora rischia la chiusura
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L'associazione ambientalista Greenpeace è stata condannata a pagare 660 milioni di dollari alla società petrolifera Energy Transfer che gestisce l'oleodotto Dakota Access, dopo che una giuria del North Dakota ha dichiarato l'associazione colpevole di diffamazione. Il caso riguardava il coinvolgimento di Greenpeace nelle contestazioni della tribù Sioux di Standing (Secolo d'Italia)
Su altre fonti
La sentenza di un tribunale del Nord Dakota che condanna Greenpeace a pagare 660 milioni di dollari per il sostegno alle battaglie dei nativi americani contro la costruzione di un oleodotto su parte della loro riserva. (Corriere della Sera)
La Energy Transfer Partners, con sede a Dallas, aveva fatto causa a Greenpeace nel 2019, accusando il gruppo ambientalista di aver architettato e applicato un sistema di proteste al fine di diffondere informazioni errate, causando perdite finanziarie all’azienda. (il manifesto)
Una giuria del North Dakota ha ritenuto Greenpeace responsabile per oltre 666,9 milioni di dollari di danni in un caso intentato da un gestore di oleodotti statunitense che ha accusato il gruppo di aver orchestrato una campagna di violenza e diffamazione. (Il Sole 24 ORE)

Quello che Greenpeace International ha appena incassato è uno "schiaffo" ben assestato e decisamente caro, dato che si parla di una condanna in cui l'Ong dovrà pagare 667 milioni di dollari di danni. (la Repubblica)
Una sentenza che pesa come un macigno sul futuro di Greenpeace negli Stati Uniti, che rischia la bancarotta. Il verdetto è stato emesso nell’ambito della causa intentata dalla compagnia Energy Transfer contro Greenpeace International, Greenpeace Usa e il braccio finanziario Greenpeace Fund Inc. (Il Fatto Quotidiano)
Lo ha deciso una giuria del North Dakota mercoledì scorso ed è un colpo durissimo per il gruppo ambientalista, che potrebbe costringerlo a chiudere il suo ramo negli Stati Uniti e potrebbe imbavagliare — dicono gli attivisti — future manifestazioni contro le trivellazioni di petrolio e gas promesse dall’amministrazione Trump. (Corriere della Sera)