Zuckerberg apre a Trump: basta censura su Facebook

Zuckerberg apre a Trump: basta censura su Facebook
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ilmessaggero.it ECONOMIA

Mark Zuckerberg l’ha venduto come un ritorno alla «libertà di espressione», ma in realtà il post pubblicato ieri rappresenta una rivoluzione nella struttura dei social media, dopo dieci anni di fact-checking e moderazione dei contenuti. Zuckerberg ha infatti annunciato un cambio profondo nelle politiche delle sue piattaforme (da Facebook alle altre), definendo il fact-checking «una censura» e chiudendo tutti i programmi contro la disinformazione che erano iniziati nel 2016, non a caso proprio dopo il tentativo russo di interferire nelle elezioni americane a favore di Donald Trump (ilmessaggero.it)

Ne parlano anche altre fonti

Il dietrofront di Meta sulla libertà di espressione si spiega con l’effetto Trump-Musk ma anche con la fine dell’aggressività dell’amministrazione dem sul controllo della disinformazione e con la necessità di un appoggio politico contro i regolamenti Ue sempre più stringenti. (Il Fatto Quotidiano)

Sarà anche vero, è senz'altro vero che l'ineffabile mr Zuckerberg si è riconvertito al nuovo vento americano, ma stante la regola aurea del capitalismo, “se gli affari non crescono, diminuiscono”, la storia va raccontata per quella che è: i leggendari fact checker con compito di scovare le bufale, che invece fabbricavano, non servivano più, erano imbarazzanti, controproducenti e il capo di Meta, questa fabbrica di censure su scala globale, se n'è sbarazzato come di una cattiva abitudine affidando a un suo portaborse, Joel Kaplan, il lavoro sporco con cui far fuori quelli che facevano il lavoro sporco. (Il Giornale d'Italia)

“Lavoreremo col presidente Trump per respingere i governi di tutto il mondo che se la prendono con le società americane e premono per una censura maggiore”. Nel video con cui rende noto lo stop, Zuckerberg accusa anche l’Europa di avere “un sempre maggiore numero di leggi che istituzionalizzano la censura e rendono più difficile realizzare qualsiasi innovazione lì” e accusa anche la precedente amministrazione statunitense, quella guidata da Joe Biden, di aver fatto “pressioni” per la censura. (Il Fatto Quotidiano)

Meta si adegua all’era Trump: passo indietro su moderazione contenuti. Cosa cambia per gli utenti

Il patron di Meta sceglie dunque di seguire la via di Twitter o X che dir si voglia di Elon Musk, social sul quale, come è noto, non esiste di fatto la censura ed è ancora possibile parlare liberamente. (Il Giornale d'Italia)

Il prossimo arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump produce già i suoi effetti. Il gruppo Meta, proprietario di Facebook, ha annunciato martedì che ci saranno cambiamenti nella moderazione dei contenuti sul social. (rsi.ch)

Sono novità che cambieranno in modo significativo il modo in cui i post, i video e altri contenuti sono moderati online e quindi appaiono a noi utenti su Facebook , Instagram , Threads . Meta annuncia una rivoluzione nelle politiche di revisione contenuti. (Il Sole 24 ORE)