Il ruolo del Qatar e le chiavette usb di Abedini: come si è arrivati al rilascio di Cecilia Sala

Il ruolo del Qatar e le chiavette usb di Abedini: come si è arrivati al rilascio di Cecilia Sala
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Nelle trattative per la liberazione di Cecilia Sala hanno avuto un ruolo anche gli apparati del Qatar, il Paese affacciato sul Golfo Persico e dirimpettaio dell’Iran che da tempo svolge un importante ruolo di mediatore nel conflitto mediorientale; alleato degli Stati Uniti ma in buoni rapporti con la Repubblica islamica, già impegnato nel negoziato tra Israele e Hamas. A rafforzare le garanzie sull’impegno preso dall’Italia di non consegnare agli Usa il detenuto Mohammad Abedini-Najafabani sarebbero stati proprio i vertici dell’intelligence qatarina; una conferma dell’attendibilità già attribuita dagli iraniani e dagli omologhi degli altri Stati di quel quadrante alla figura di Giovanni Caravelli, il direttore dell’Aise (il servizio segreto per la sicurezza esterna) che ha guidato personalmente l’operazione che ha riportato a casa la giornalista de Il Foglio e Chora media. (Corriere Roma)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Cecilia Sala ha trascorso 20 giorni in una prigione «dove avevo perso il senso del tempo, non sapevo più quando era giorno e quando era notte». Chiusa in una cella «stretta e alta, senza letto, con una lampada sempre accesa e una piccola finestrella sul soffitto da cui passava l’aria ma che neanche riuscivo a vedere». (Open)

"Felice che Cecilia Sala sia rientrata sana e salva in patria, in quella patria che grazie al nostro presidente del Consiglio, le ha garantito la libertà, dimostrandole di dimenticare le sue passate osservazioni sui nostri marò e le ha insegnato cosa significa adesso essere cittadini italiani", ha scritto Persiani riferendosi ad un post che la giornalista pubblicò da giovanissima, quando era ancora una studentessa delle superiori, schierandosi contro le trattative con l'India. (Adnkronos)

Roma. Ma il primo abbraccio, sulla pista dell’aeroporto, e le prime parole, «Finalmente sono qui», sono per il suo compagno, il giornalista del Post Daniele Raineri, e per i genitori, Renato ed Elisabetta Vernoni che l’aspettano insieme alla prem… (La Stampa)

Cecilia Sala, inchiesta dei pm: ipotesi sequestro e tortura. «Interrogata ogni giorno, pensavo di morire»

«Ciao, non sono più in isolamento». Quella telefonata è stata il segnale che la nostra intelligence aspettava da giorni: gli iraniani avevano mantenuto una promessa. (la Repubblica)

Una parola chiave, quasi una goccia cinese che ticchetta per tre ore di conferenza stampa: Musk. Cioè Elon che, assicura Giorgia Meloni alle prese con la tradizionale maratona di domande con i cronisti, non ha avuto un ruolo nella vicenda di Cecilia Sala, "e se lo ha avuto non ne sono al corrente", con cui non ha mai parlato del progetto Starlink in Italia (ilmessaggero.it)

Al momento il procuratore di Roma Francesco Lo Voi non ha ipotizzato alcun reato, ma ieri mattina, dopo avere ricevuto l’informativa degli uomini del Ros, che sono tornati negli uffici di piazzale Clodio anche nel primo pomeriggio, e avere acquisito il verbale della giornalista detenuta nel carcere di Evil per 20 giorni, ha avviato un’inchiesta. (ilmessaggero.it)