I ragazzi di Napoli e la sfida di vivere su una «corda tesa»
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Sei mesi fa C. e R., 15 anni, sono stati protagonisti di un fatto di cronaca a Bagnoli. Durante una serata in discoteca sono stati accoltellati perché uno dei due aveva calpestato le scarpe per errore a un coetaneo. Poche settimane prima un loro amico, di poco più grande, aveva rischiato la vita per un proiettile vagante, che solo «per fortuna» gli si era conficcato nel braccio. Non era neppure ora di cena, e il fatto è accaduto nel centro di Bagnoli, un quartiere popolare ma piuttosto vivo e che mostra una certa eterogeneità sociale. (il manifesto)
La notizia riportata su altri giornali
“Dopo le ultime tragiche morti di figli della nostra città – prosegue – ho ascoltato le proposte di comitati e associazioni impegnate sul fronte dell’educazione. (anteprima24.it)
a quanto indicato, finora hanno aderito 75 tra associazioni, stanno rispondendo tantissime realtà sociali e non solo". Stando (Tuttosport)
L’appuntamento è per sabato, quando ci si conterà in piazza per gridare “basta”, per dire “mai più” alle tragedie che coinvolgono giovani e giovanissimi. (ilmattino.it)
“L’esplosione di violenza, la proliferazione di modelli sbagliati e la facilità con la quale i ragazzi entrano in possesso delle armi sono temi che meritano una riflessione seria e responsabile della politica e delle istituzioni. (anteprima24.it)
E sarà pure vero. Dice: «Gli zingari». (Corriere della Sera)
Negli ultimi anni, Napoli è stata protagonista di un’escalation di violenza giovanile e, sempre più spesso, gli episodi di omicidi coinvolgono minorenni. Il problema è complesso e si basa su una molteplicità di fattori sociali, economici e culturali che richiedono un’analisi approfondita. (Ultima Voce)