Con gli ayatollah non ci sarà nessuna pace

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Italia Oggi ESTERI

Quelli che parlano di pace tra Israele e il mondo musulmano guidato da Teheran non sanno di cosa parlano, oppure lo sanno bene, ma cercano di confondere le acque. Non facciamoci illusioni: fino a quando in Iran comanderanno gli ayatollah non ci sarà nessuna pace. Il loro obiettivo esplicito è infatti la distruzione di Israele e la supremazia nel mondo musulmano. Per raggiungere questi obiettivi hanno armato Hezbollah, gli Huthi, Hamas e altri gruppi in Siria e Iraq (Italia Oggi)

Se ne è parlato anche su altre testate

Cruciale il ruolo dell’Iran, che ha scatenato un attacco missilistico su vasta scala contro Israele, anche se in gran parte di valore dimostrativo. Le tensioni tra Israele e Libano riflettono una più ampia competizione per l’influenza in Medio Oriente, una regione che resta cruciale per gli equilibri geopolitici globali. (La Difesa del Popolo)

L’8 ottobre 2023 resterà sempre nell’ombra del giorno prima: il giorno in cui Israele è stata colpita da una catastrofe che non sarà mai dimenticata. La decisione di Nasrallah, in pieno coordinamento con gli iraniani, di unirsi ad Hamas e di aprire un secondo fronte al confine libanese ha trasformato il conflitto con Hamas in qualcosa di diverso: una guerra su più fronti tra l'Iran e i suoi delegati. (Aurora Israel)

Nel concreto, però, i piani militari prevedono offensive a sud (Gaza), a nord (Libano) e a est (Cisgiordania) per ampliare i confini di Israele ed eliminare l’accerchiamento di attori e milizie ostili – Hamas, Hezbollah, Houthi – parte di quell’Asse della Resistenza costruito dall’Iran negli ultimi 40 anni. (La Sentinella del Canavese)

Quale connettività in Medio Oriente?

Tutto ciò, in attesa del «colpo grosso» che non soltanto Bibi Netanyahu sogna di appuntars... Un anno dopo il massacro del 7 ottobre in Israele, il volto del Medio Oriente è ormai cambiato. (Panorama)

È il caso del Libano, reduce da anni di collasso economico e tensioni politiche, ma anche della Siria. Nel Medio Oriente di queste settimane si congiungono molti tasselli di quella che papa Francesco, con una definizione tanto azzeccata quanto terribile, ha definito la “Terza guerra mondiale a pezzi”. (ISPI)

Se il traffico attraverso Bab el-Mandeb e Suez resta azzoppato dagli attacchi degli Houthi a partire dall’autunno scorso, l’intensificarsi delle tensioni tra Tel Aviv e Teheran ha spostato l’attenzione su un altro braccio d’acqua: lo Stretto di Hormuz. (ISPI)