Ep. 19: Israele vuole un "nuovo ordine" in Medio Oriente

Ep. 19: Israele vuole un nuovo ordine in Medio Oriente
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La Sentinella del Canavese ESTERI

A un anno dal 7 ottobre, la guerra per l’esistenza di Israele ha tanti volti, tutti reali e tutti contraddittori. Per lo Stato ebraico è ancora una guerra difensiva ed esistenziale che secondo il premier israeliano Netanyahu è un po’ la stessa cosa (“dalle nostre parti, se non ti puoi difendere non puoi esistere” ha detto all’Onu). Nel concreto, però, i piani militari prevedono offensive a sud (Gaza), a nord (Libano) e a est (Cisgiordania) per ampliare i confini di Israele ed eliminare l’accerchiamento di attori e milizie ostili – Hamas, Hezbollah, Houthi – parte di quell’Asse della Resistenza costruito dall’Iran negli ultimi 40 anni. (La Sentinella del Canavese)

La notizia riportata su altri media

Per raggiungere questi obiettivi hanno armato Hezbollah, gli Huthi, Hamas e altri gruppi in Siria e Iraq. (Italia Oggi)

È il caso del Libano, reduce da anni di collasso economico e tensioni politiche, ma anche della Siria. Nel Medio Oriente di queste settimane si congiungono molti tasselli di quella che papa Francesco, con una definizione tanto azzeccata quanto terribile, ha definito la “Terza guerra mondiale a pezzi”. (ISPI)

L’8 ottobre 2023 resterà sempre nell’ombra del giorno prima: il giorno in cui Israele è stata colpita da una catastrofe che non sarà mai dimenticata. Tuttavia, quel giorno la guerra cambiò corso. (Aurora Israel)

Medio Oriente. Una tensione che si espanderà? Risponde Renzo Guolo

Tutto ciò, in attesa del «colpo grosso» che non soltanto Bibi Netanyahu sogna di appuntars... Gerusalemme si è «espansa» in Palestina e in Libano, mentre i leader di Hamas ed Hezbollah sono stati decapitati. (Panorama)

Attraverso lo snodo passa circa il 30% degli scambi mondiali di petrolio via mare e il 20% di quelli di gas naturale liquefatto. Se il traffico attraverso Bab el-Mandeb e Suez resta azzoppato dagli attacchi degli Houthi a partire dall’autunno scorso, l’intensificarsi delle tensioni tra Tel Aviv e Teheran ha spostato l’attenzione su un altro braccio d’acqua: lo Stretto di Hormuz. (ISPI)

Cruciale il ruolo dell’Iran, che ha scatenato un attacco missilistico su vasta scala contro Israele, anche se in gran parte di valore dimostrativo. Un’escalation che potrebbe destabilizzare ulteriormente la regione, già segnata da anni di conflitti in Siria, Iraq e Yemen. (La Difesa del Popolo)