Il Covid di Biden riapre la partita. Pelosi in privato: “Joe lascia”
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MILWAUKEE – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è positivo al Covid 19: e per il partito democratico non potrebbe esserci notizia migliore. La malattia del leader potrebbe segnare una svolta nello psicodramma interno all’asinello. Il commander-in-chief in cerca di nuovo mandato ieri era a Las Vegas ma dopo un primo evento organizzato per corteggiare gli elettori ispanici, ha dovuto annullar… (la Repubblica)
La notizia riportata su altri giornali
In precedenza, sempre assediato per il suo stato di salute, l'81enne democratico aveva affermato che avrebbe rivalutato la sua candidatura se gli fosse stata diagnosticata una grave condizione medica. "Mi sento bene", ha detto ai giornalisti al seguito, ma questo annuncio è un'altra spallata alla sua campagna elettorale, già in perdita per le preoccupazioni sulla sua salute degli stessi dem. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Salterà la conferenza del gruppo UnidosUS, che rappresenta la comunità ispanica e latina, a cui avrebbe dovuto prendere parte a Las Vegas (LAPRESSE)
Puntuale come l'annuncio del Covid quasi in tempo reale, arrivano dal web anche indiscrezioni che, col passare delle ore, diventano veri e propri sospetti social: il virus una scusa per ritirarsi? Una exit strategy ordita dietro le quinte e in qualche modo ventilata da quell'interrogativo che il presidente Usa (Secolo d'Italia)
Joe Biden è positivo al Covid. I sintomi sono lievi (la Repubblica)
Biden, che ha 81 anni, avrebbe dovuto a partecipare a un evento elettorale a Las Vegas. La sua partecipazione è stata annullata e il presidente ora si sposterà nella sua residenza in Delaware per rimanere in isolamento e continuare a lavorare da remoto. (WIRED Italia)
Reuters Per il presidente non c'era un momento peggiore per ammalarsi. Il suo partito gli chiede da settimane di incontrare più elettori dal vivo e mostrarsi al pubblico più spontaneo nel tentativo di rilanciarsi dopo la disastrosa performance al dibattito contro Donald Trump dello scorso 27 giugno. (Avvenire)
