Libera piazza in libero Stato

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articolo21 INTERNO

Purtroppo si sapeva che sarebbe finita così, che ci sarebbero stati scontri e violenze, che qualcuno ne avrebbe approfittato per dar sfogo alla propria imbecillità. Quella di ieri a Roma era una piazza doverosa, pacifista, volta a rivendicare il diritto di esistere del popolo palestinese, contestando la barbarie non di uno stato, Israele, ma di un leader politico, Netanyahu, che in un anno ha aperto molteplici fronti di guerra, scatenando un odio nei confronti del suo stesso popolo che non si vedeva dalla Seconda guerra mondiale (articolo21)

Su altri media

Una lunga trattativa, la strategia di contenimento del Viminale, nel rispetto di quell'«equilibrio» chiesto nelle ore precedenti dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, poi la guerriglia urbana provocata dagli infiltrati, manipoli di antagonisti dei centri sociali arrivati soprattutto dal Nordest. (ilgazzettino.it)

Gli scontri erano stati ampiamente previsti e sono puntualmente arrivati. Si tratta di persone provenienti da diverse città: Varese, Livorno, Campobasso, Brindisi, Napoli, Salerno, Torino, Firenze, Milano, Perugia, Modena, Catania e Bari. (Today.it)

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Un tranquillo sabato di guerriglia a Roma

Quanto visto ieri non è stato libero pensiero, è stato abuso della libertà di manifestare di chi cerca di destabilizzare uno Stato di diritto. "Grazie alle forze dell'ordine. (Il Messaggero Veneto)

Di Giulia Bonezzi e Marianna Vazzana Alle quattro e mezza del pomeriggio, mentre a Roma il presidio non autorizzato pro Pal si è trasformato nel corteo che entro breve degenerà in guerriglia contro le forze dell’ordine e cariche con gli idranti a sostituire la pioggia che bagna la capitale, in largo Cairoli a Milano è spuntato il sole. (IL GIORNO)

Se a Roma si piange e si guerriglia, a Pontida non si ride. I Graffi di Damato. Sarebbe sciocco archiviare la guerriglia di ieri a Roma, come purtroppo ho visto e sentire fare nella trasmissione televisiva condotta sulla 7 da Massimo Gramellini, dando per scontati i professionisti, ormai, dei disordini. (Start Magazine)