Germania, ifo Institute prevede crescita PIL tra 0,4 e 1,1% nel 2025
Articolo Precedente
Articolo Successivo
L'ifo Institute tedesco prevede una crescita del PIL tra lo 0,4 e l'1,1 percento per la Germania nel 2025. A causa della grande incertezza, l'istituto di ricerca presenta due scenari per le attuali previsioni economiche: se l'economia tedesca non riesce a superare le sue sfide strutturali, ci si aspetterebbe solo una crescita dello 0,4 percento. Se si imposta la giusta rotta di politica economica, si potrebbe raggiungere una crescita dell'1,1 percento nel 2025. (LA STAMPA Finanza)
Su altre testate
La nuova stima è di -0,2%, una blanda recessione che si confronta con il + 0,3% che veniva indicato lo scorso giugno. Ancora più decisa la sforbiciata per il 2025 quando è prevista una crescita dello 0,2%, rispetto all’1,1% indicato in precedenza. (Il Fatto Quotidiano)
I dati congiunturali deludenti. Le prospettive fosche per l'industria. I dubbi e le discussioni su come rilanciare l'economia. Che cosa sta succedendo, e di cosa si discute, in Germania. Come rilanciare la crescita? Dibattito (e scazzi) in Germania (Start Magazine)
Un tempo erano i marchi che dominavano in Europa e nel mondo, orgoglio della forza industriale tedesca. Oggi il loro elenco occupa le prime pagine dei giornali che parlano della crisi della Germania. L'articolo di Pierluigi Mennitti. (Start Magazine)
Il governatore della Bundesbank, Joachim Nagel, ha dichiarato che sarebbe un “approccio molto intelligente” quello di allentare la regola costituzionale sul “freno al debito”. In questo modo, ha spiegato, si potrebbero finanziare gli investimenti nella difesa e nelle infrastrutture. (InvestireOggi.it)
Nel 2026 e nel 2027, l’economia tedesca registrerà una crescita leggermente superiore, rispettivamente dello 0,8% e dello 0,9% (Milano Finanza)
Scioperi, licenziamenti, calo ancora delle esportazioni, recessione certificata, produzione industriale sempre più in arretramento: l'economia tedesca rischia di entrare nel 2025 peggio di come è uscita dal 2024. (L'HuffPost)