Patrick Zaki senti qui: impara da Cecilia Sala
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Ma si può essere contemporaneamente sollevati e disillusi? Tutto è bene quel che finisce bene, il blitzkrieg di Giorgia Meloni chez Trump ha funzionato e alla svelta, lei era l’unica che poteva farlo (abbiamo, purtroppo, una lunga tradizione di ministri degli Esteri alle volte coreografici, basti pensare a Mogherini e Di Maio), e nessuno può contestare che la premier sia particolarmente abile nel riportare a casa chi sta in fondo al baratro, da Chico Forti a Cecilia Sala; il riscatto certo non sarà a costo zero, tutt’altro, e non si tratta solo di piccioli, ma limitiamoci, per ora, a considerare gli aspetti positivi. (Nicola Porro)
Su altri giornali
Sassolini di Lehner (L'Opinione)
Giorgia Meloni in Lituania dal contingente italiano (il Giornale)
Una trattativa lunga e delicata. Il secondo è quello dell'intelligence, coordinato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e con in prima linea l'Aise, il servizio di sicurezza estero guidato Gianni Caravelli (volato a Teheran con l'aereo di Stato che ha recuperato Cecilia Sala). (il Giornale)
E questa volta il «ritorno» è servito a portare a casa Cecilia Sala, un successo politico, d'intelligence e diplomatico, che ha permesso di risolvere il caso in sole tre settimane. (il Giornale)
Se non ben calibrato, si sarebbe potuto trasformare in un boomerang, con esiti politici addirittura disastrosi. Il viaggio lampo nella residenza del neopresidente americano, eletto ma non ancora ufficialmente in carica, è stato un azzardo. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
A ulteriore conferma della forza del momento e della consapevolezza registrata sul punto a Palazzo Chigi, è servito ascoltare il tono di Meloni, nella conferenza stampa che una volta cadeva a fine anno, ma questa volta era invece fissata per il 9 gennaio, data che si è rivelata particolarmente fortunata essendo il day after della liberazione di Cecilia Sala. (GLI STATI GENERALI)