Fenice, Giuli: «Non è mai bello quando è la prima a saltare, ma può succedere»

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«I lavoratori fanno le loro valutazioni, può succedere». È questa la reazione del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, allo sciopero che ha provocato la "cancellazione" della prima alla Fenice il 20 novembre. Il ministro aggiunge: «Non è mai bello quando salta una prima» Le parole del ministro Parole dette dal ministro ai giornalisti in occasione della presentazione dei reperti archeologici recuperati dai carabinieri Tpc a Città della Pieve a Roma (ilgazzettino.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Sia noi che i rappresentanti sindacali avevamo il dovere di trovare un accordo, per rispetto verso i lavoratori, verso le istituzioni e verso il pubblico. Il fallimento del negoziato era un lusso che nessuno si poteva permettere». (ilgazzettino.it)

Salta la Prima della nuova Stagione Lirica 2024/25 del Teatro La Fenice di Venezia: lo sciopero confermato dai sindacati impedirà mercoledì 20 novembre, alle ore 19, il debutto di "Otello" di Giuseppe Verdi. (Adnkronos)

È amareggiato, e non lo nasconde, il sovrintendente Fortunato Ortombina che dall’11 dic… (La Nuova Venezia)

«Lascio con orgoglio: questo luogo è diventato l’agorà di tutta Venezia»

E così, dopo lo sciopero per la prima di Turandot e per la prima del dittico La fabbrica illuminata – Erwartung, anche l’opera diretta dal Maestro Myung-Whun Chung con il tenore Francesco Meli all'esordio nel ruolo di Otello, non andrà in scena il giorno previsto. (Corriere della Sera)

Si tratta del terzo appuntamento saltato per lo stesso motivo, dopo l’annullamento della prima di Turandot e del dittico La fabbrica illuminata – Erwartung. Le altre quattro recite di Otello, invece, si svolgeranno regolarmente nelle date del 23, 26, 29 novembre e 1° dicembre. (tviweb)

Otello e Traviata. «Il titolo inaugurale e l’opera che vent’anni fa ha segnato la resurrezione della Fenice dalle sue ceneri: c’era stato un concerto nel 2003, ma la vera riapertura del teatro fu proprio con questa Traviata firmata da Robert Carsen, divenuto poi l’allestimento simbolo del teatro. (Corriere della Sera)