“Aviaria, impressionante la velocità di propagazione del virus”. Bassetti: siamo circondati, ecco la strategia
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– L’analisi di Matteo Bassetti sull’influenza aviaria è netta. Dopo le ultime notizie in arrivo dagli Stati Uniti sulle mutazioni del virus, l’infettivologo – primario delle Malattie infettive al San Martino di Genova – conclude: “Siamo circondati, come esseri umani. Il mondo della scienza è certo, l’aviaria diventerà un’infezione trasmissibile da uomo a uomo. Non sappiamo quando. Potrebbe anche accadere nel 2025. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
La notizia riportata su altre testate
Lo hanno reso noto i Centers for Disease Control and Prevention americani, secondo cui le analisi indicano che le mutazioni si sono sviluppate nel paziente e non si sono diffuse ai suoi contatti. Dai campioni prelevati, infatti, si è scoperto che il virus presentava mutazioni osservate in precedenza in altri casi di infezioni da A/H5N1 registrate in altri Paesi e spesso caratterizzate da particolare gravità. (Liberoquotidiano.it)
“La velocità di propagazione dell’aviaria è impressionante, dobbiamo prepararci”. Con queste parole, Matteo Bassetti, primario di Malattie Infettive al San Martino di Genova, descrive un futuro in cui il virus dell’aviaria potrebbe diventare una minaccia concreta per l’uomo. (Tiscali Notizie)
"I segnali che arrivano dagli Stati Uniti sono tutt'altro che buoni segnali: mi pare che questo virus dell'influenza Aviaria, l'H5N1, "abbia preso veramente il campo. (Liberoquotidiano.it)
Infatti a Los Angeles due gatti domestici appartenenti alla stessa famiglia, sono morti dopo aver consumato latte crudo ed essersi contagiati con l'aviaria. L'influenza aviaria inizia a far paura agli scienziati. (La Gazzetta dello Sport)
I Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) degli Stati Uniti hanno confermato che il virus che ha colpito l’uomo è del ceppo D1.1, associato a recenti casi di influenza aviaria registrati in Canada e nello Stato di Washington. (ilmessaggero.it)
Tuttavia, un recente studio italiano – condotto da ricercatori dell'Università Campus Bio-Medico di Roma e dell'Università di Sassari coordinati da Massimo Ciccozzi – sottolinea che non bisogna dimenticare che «ogni evento di spillover, anche quando isolato, rappresenta un potenziale passo verso l'adattamento e una trasmissione più ampia». (leggo.it)