Usa: “Non bloccheremo gli aiuti militari a Israele”. Mosca: basta raid vicino alla nostra base in Siria
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– Ancora raid d’Israele su Beirut contro Hezbollah. Secondo l'agenzia di stampa nazionale libanese, sei persone sono state uccise e almeno 15 sono rimaste ferite in seguito a un bombardamento contro un edificio residenziale a Dawhet Aramoun, a sud della capitale. E, mentre la Russia ha chiesto di astenersi dal lanciare attacchi aerei contro Hezbollah nei pressi di una delle sue basi in Siria, gli Stati Uniti hanno fatto sapere che non bloccheranno gli aiuti militari a Tel Aviv sebbene sia scaduto il termine dei 30 giorni imposto dall’amministrazione Biden al governo di Netanyahu affinché migliorasse l'accesso agli aiuti umanitari da parte dei palestinesi (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Ne parlano anche altre fonti
Fonti iraniane hanno riferito a Sky News che l'Iran sta rimandando il suo attacco a Israele in attesa di avviare negoziati con il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. (Sky Tg24 )
"Da quando ci siamo parlati l'ultima volta, il regime di Khamenei ha lanciato centinaia di missili balistici contro il mio paese. Mi chiedo, vi hanno detto quanto è costato questo attacco? Beh, non lo sto indovinando: la cifra è di 2,3 miliardi di dollari". (Civonline)
Nel corso del primo mandato del presidente Trump, Tel Aviv ha potuto avviare negoziati per normalizzare per la prima i suoi rapporti con Riad. ROMA – “Un altro attacco a Israele e si paralizzerà l’economia dell’Iran”: lo ha dichiarato il primo ministro Benjamin Netanyahu in un video messaggio in lingua inglese diffuso sui social media, in cui il capo del governo di Tel Aviv si rivolge alle autorità di Teheran. (Dire)
Sfruttare il periodo di transizione di potere tra la presidenza di Joe Biden e la seconda di Donald Trump per lanciare un nuovo attacco contro Israele ed espandere il conflitto mediorientale è la priorità della Repubblica Islamica. (Italia Oggi)
Sembrerebbe che però ora l’Iran punti a un negoziato, o a un’attesa sull’evoluzione della situazione, proprio a causa della vittoria di Trump alle elezioni. La Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, aveva promesso una “dura risposta” a Israele per l’accaduto. (B-Lab Live!)
Chissà se dietro le ultime e inquietanti minacce di Benjamin Netanyahu all’Iran si cela il desiderio del primo ministro di Israele di ingraziarsi il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, che durante la campagna elettorale ha più volte definito il regime di Teheran come la più grande minaccia per la stabilità del Medio Oriente. (LA NOTIZIA)