L’uscita americana dal conflitto ucraino e la spartizione del pacifico

L’uscita americana dal conflitto ucraino e la spartizione del pacifico
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GLI STATI GENERALI ESTERI

Il conflitto in Ucraina, ormai giunto alla sua fase più complessa, ha sollevato una serie di interrogativi sulle dinamiche geopolitiche che lo alimentano, sulle sue implicazioni globali e sulle future evoluzioni possibili. A un anno e mezzo dall’inizio dell’invasione russa, la guerra si sta trasformando in un teatro di scontro non solo tra Mosca e Kiev, ma anche tra potenze globali, con gli Stati Uniti, l’Unione Europea e la Russia che si trovano a gestire una crisi dai risvolti imprevedibili. (GLI STATI GENERALI)

Su altri media

Lo ha detto alla Tass il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Al momento non ci sono piani per tenere un incontro di persona tra Vladimir Putin e il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump che ieri ha espresso la volontà di incontrare il presidente russo al più presto. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Il neo presidente vuole incontrare il prima possibile Putin per fermare la guerra: “Sì al dialogo ma alle nostre condizioni”, ribadisce il leader russo, mentre Zelensky continua a chiedere l’ingresso nella Nato. (FIRSTonline)

Il 31 dicembre 1999, a Mosca, Boris Eltsin fa squillare le trombe annunciando la consegna del potere a Vladimir Putin, fautore di un corso politico sempre più autoritario. A 25 anni esatti di distanza, il grande anno elettorale delle democrazie, il 2024, si chiude oggi con la sconfitta di tutte le forze politiche presentatesi al governo, Usa inclusi. (il manifesto)

Zelensky stremato e sempre più solo. Ora spera nella pace giusta di Trump

L'esplosione delle ostilità in Ucraina nel 2022 si è rivelata finora una manna per i generali occidentali e i magnati dell'industria militare, mentre i vertici della NATO si affrettavano ad aumentare le spese militari. (Il Vescovado Notizie)

La Russia non è soddisfatta del piano di pace per l’Ucraina che Donald Trump avrebbe presentato. Lo ha detto oggi Sergej Lavrov, ministro degli Esteri di Mosca in un’intervista all’agenzia Tass. Secondo il braccio destro di Vladimir Putin, il presidente-eletto degli Stati Uniti – che si insedierà alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio – avrebbe messo sul tavolo in particolare due idee per porre fine al conflitto, che a Mosca però non vanno giù: il rinvio dell’adesione dell’Ucraina alla Nato per 20 anni e il dispiegamento un contingente di peace-keeping formato da soldati di Paesi Ue e del Regno Unito per garantire il rispetto del cessate il fuoco lungo il confine russo-ucraino. (Open)

Essere Volodymyr Zelensky non è mai stato facile, ma alla fine del terzo anno di grande guerra della Russia contro l’Ucraina sta diventando forse perfino più difficile di quel 24 febbraio 2022. Manca meno di un mese all’entrata in carica di un presidente americano che ha costruito la sua campagna elettorale, tra le altre cose, sulla promessa di chiudere gli aiuti alla resistenza ucraina. (La Stampa)