Tutto cambia, nulla cambia. Non solo Ursula: la nuova Commissione Ue sarà una fotocopia della precedente

Tutto cambia, nulla cambia. Non solo Ursula: la nuova Commissione Ue sarà una fotocopia della precedente
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L'HuffPost ESTERI

Quando si è sotto assedio, è difficile trovare l’energia per rilanciare. Di solito è troppo tardi. Ed è proprio l’immagine di un’Unione Europea sotto assedio quella che si intravede dopo la riconferma della presidenza von der Leyen per un altro giro in Commissione, decisa dai leader al summit di ieri a Bruxelles. Se il mondo cambia e si apre a incognite che sanno di svolta storica, da quelle legate alle legislative francesi alle presidenziali negli Usa, l’Ue tenta di mantenere la posizione. (L'HuffPost)

Su altre testate

Il dilemma di von der Leyen tra Verdi e Fdi (AGI - Agenzia Italia)

La soluzione più temuta, la scelta dell'isolamento. Sulle nomine per gli incarichi di vertice dell'Ue, Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione, Antonio Costa a quella del consiglio, e Kaja Kallas come Alto rappresentante per la Politica estera e della Sicurezza, la premier Giorgia Meloni ha deciso di prendere la strada più impervia e probabilmente meno fruttuosa per il paese. (Italia Oggi)

Ma difficilmente i deus ex machina dell'accordo che ha premiato Ursula von der Leyen, Antonio Costa e Kaja Kallas potranno sorridere. Giorgia Meloni non può sorridere dopo la tornata di euro-nomine del recente Consiglio Europeo, che ha visto l'Italia spinta relativamente ai margini da un misto di assenza di decisionismo e calcoli elettorali. (Inside Over)

Meloni sempre più sola difende la guida dei sovranisti e punta su Le Pen e Trump

E adesso potrebbe accadere che Ursula von der Leyen e le componenti del Ppe più favorevoli all’integrazione della destra di governo italiana nella maggioranza europea "si ricompattino e si arrocchino" a scapito non solo dei conservatori europei di Ecr guidati da Giorgia Meloni, ma del nostro Paese. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

«In Europa a testa alta. Giorgia Meloni dice no alle nomine imposte dalla sinistra». Le perplessità sulle nomine europee, per usare un blando eufemismo, sono manifeste dalle parti della premier a e di Fratelli d'Italia. (il Giornale)

Il giorno dopo a Palazzo Chigi spiegano che Giorgia Meloni l’ha fatto per coerenza, lealtà all’ideale. La realtà è che l’isolamento nel quale si è cacciata in Europa è figlia per metà di un’impostazione politica radicale – nel governo la chiamano “fazzolarismo” – e per metà di una sequenza di errori tattici che l’hanno portata ad … (la Repubblica)