Anche Mattarella nel discorso di fine anno ci ricorda che spendiamo più in armi che per il clima
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Il presidente ha parlato di “allarmante sproporzione” tra i 2.443 miliardi di dollari spesi in armi e i 300 stanziati a Baku per il clima. È un paradosso che aveva già sottolineato, qualche mese fa, già il troppo inascoltato segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. E tutti i dati in proposito usciti nel 2024 purtroppo ne erano uno conferma. Ma nel suo discorso di fine anno, ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato la triste realtà a reti unificate a tutti gli italiani collegati: la spesa mondiale in armamenti è drammaticamente sempre più alta di quella per contrastare i cambiamenti climatici. (LifeGate)
Ne parlano anche altri media
Le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno, sono state apprezzate da Giorgia Meloni in particolare per i riferimenti al patriottismo, «come motore dell'azione quotidiana e sentimento vivo che muove l'impegno di quanti sono al servizio della cosa pubblica e della comunità nazionale», e al «richiamo ai positivi segnali macroeconomici, in particolare sull'export e sull'occupazione, con il contestuale impegno ad intensificare l'azione per ridurre le aree di precarietà e lavoro povero». (Corriere della Sera)
L’ambito, certo, è molto diverso. Il cantautore genovese si inseriva nel contesto della Contestazione e prendeva di mira la tendenza perbenista della borghesia di non sentirsi mai chiamata in causa. (Avvenire)
MI pare che il centro dal quale il presidente è partito per svolgere il suo atto di fede nella Repubblica e proporlo alla Nazione, è lo stato della democrazia. Anche quest’anno il ragionamento che il Presidente della Repubblica ha proposto agli italiani è il risultato di una osservazione essenziale di quanto ci sta accadendo. (La Stampa)
Le risposte ai cittadini che la politica non sa più dare. Certo, le «attese». (il Giornale)
Di quelle liste di attesa obese che impediscono i cittadini di curarsi. Proprio ieri mattina, in un supermercato di un paese di ventimila abitanti della Lombardia, operosa e ricca, sulla soglia di una crisi delle sue due più importanti industrie, ho incontrato dei conoscenti che discutevano animatamente delle disfunzioni della sanità. (L'HuffPost)
E c'è chi ha notato un possibile riferimento alle parole controverse sottosegretario Delmastro sul "non far respirare" i detenuti in carcere. (Fanpage.it)