Giustizia, il messaggio di Mattarella alla vigilia del Cdm. E c’è il nodo della Consulta

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Il suo silenzio, Sergio Mattarella, lo ha interrotto solo perché persuaso che l’intervento per l'inaugurazione del terzo Festival delle Regioni e delle Province autonome proprio non potesse essere strumentalizzato. Anche se le «capacità di mediazione e di sintesi» indicate come necessarie dal Presidente della Repubblica per gestire quei «momenti della vita di ogni istituzione» in cui «non è possibile limitarsi ad affermare la propria visione delle cose» difficilmente oggi possono non essere lette con gli occhi dello scontro in atto tra il governo e una parte della magistratura, l’invito ad evitare «solchi e contrapposizioni» non è altro che uno dei messaggi da sempre più cari a Mattarella. (ilmessaggero.it)

Se ne è parlato anche su altri media

A Bari dove ha inaugurato il Festival delle regioni e delle province ha invocato la “collaborazione istituzionale tra poteri dello Stato” poiché “necessaria per il buon funzionamento del paese”. (Tiscali Notizie)

Fedriga "Conferenza Regioni esempio virtuoso per l'Italia" 20 ottobre 2024 (Il Sole 24 ORE)

In mezzo, Sergio Mattarella. Che accusa le toghe di invasione di campo e chiede di accendere un faro sulla condotta di alcuni rappresentanti del potere giudiziario. (ilmessaggero.it)

L’appello di Mattarella al dialogo: “Le istituzioni sono di tutti”

«Tra le istituzioni e all'interno delle istituzioni la collaborazione, la ricerca di punti comuni, la condivisione delle scelte sono essenziali per il loro buon funzionamento e per il servizio da rendere alla comunità». (Corriere TV)

Il presidente Mattarella, nella giornata delle tensioni tra politica e magistratura, non ha fatto riferimenti specifici: "La ricerca di punti comuni, la condivisione delle scelte sono essenziali per il loro buon funzionamento" (il Giornale)

Lo spettacolo di due settimane fa a Sergio Mattarella non è piaciuto: un Parlamento incapace di eleggere il giudice costituzionale mancante, la maggioranza che tenta di imporre il consigliere giuridico della premier, le opposizioni che per protesta si rifiutano di presentarsi in aula e il rischio, molto concreto, di un nuovo buco nell’acqua quando le Camere ci riproveranno la prossima volta. (La Stampa)