Sanità in sciopero, «Senza risposte dimissioni in massa»
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Cadono anche due gocce di pioggia sul palco di piazza Santi Apostoli a Roma, ma Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao-Assomed, è soddisfatto lo stesso mentre stringe le mani e ricambia gli abbracci dei manifestanti. La sua è la sigla principale tra i medici ospedalieri, con circa 20 mila iscritti su una platea di 130 mila professionisti e, insieme alla Cimo-Fesmed e agli infermieri del Nursing Up, ha indetto lo sciopero di ieri.
Elly Schlein, rinfrancata dalle «straordinarie vittorie» in Emilia-Romagna e Umbria, non ha alcuna intenzione di sedersi sugli allori. All’indomani dell’insperata doppietta elettorale, convoca i giornalisti al Nazareno e rilancia. Sul centrosinistra che «è riuscita a battere la destra unendosi sui temi, a iniziare dalla sanità pubblica: un successo collettivo e plurale, noi non abbiamo nessu…». Schlein, sulle barricate, dimentica però i tagli Pd. «Non resteremo a guardare lo smantellamento della sanità pubblica», annuncia dalla sede Pd del Nazareno nel giorno dello sciopero degli operatori sanitari. «Proseguiremo la mobilitazione che abbiamo fatto in queste settimane in difesa della sanità pubblica, andremo negli ospedali e nei luoghi di cura. La destra vuole una sanità a misura del portafoglio delle persone».
È in arrivo dunque un tour dei dem nei luoghi di cura, sul modello di quanto fatto dai leader del centrosinistra davanti all’ospedale di Terni il 15 novembre, ultimo giorno della fortunata campagna elettorale in Umbria. Lo sciopero dei medici e infermieri ha visto adesioni all’85%, con una manifestazione a Roma.