La denuncia di Lorefice, le reazioni per Lagalla: cosa ha detto il Festino

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Livesicilia.it INTERNO

Il racconto del quattrocentesimo. Con due protagonisti PALERMO – All’una di notte, com’è consuetudine da tempo immemorabile, i fuochi d’artificio hanno cominciato a chiudere il sipario sul quattrocentesimo Festino. Una bella sceneggiatura, organizzata dal ‘Balich Wonder Studio’. Nella grande manifestazione di Palermo sono emerse, in forza del rito, due figure: quella dell’arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice, quella del sindaco Roberto Lagalla (Livesicilia.it)

Su altre fonti

Il programma di pulizia già definito alle 11 di oggi, ha visto, in campo, con una unica regia dirigenziale, diversi settori della Rap che hanno provveduto prima, durante e dopo la manifestazione a presidiare le zone interessate dall’affluenza massiccia dei fedeli presenti per onorare la Santuzza già dal pomeriggio del 14. (Giornale di Sicilia)

E ogni promessa, in città, è debito, soprattutto se la festeggiata è il cuore pulsante del capoluogo siciliano, “l’amica speciale”, “la confidente”, “l’angelo custode con la corona di rose” di chiunque vi abiti, credente o meno. (ilmessaggero.it)

Una giornata da record. Le polemiche, tuttavia, non mancano Soddisfatto, ovviamente, è il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. (Livesicilia.it)

Lorefice al Festino “No a droga e mafia, le pesti di Palermo”

Porta il saluto di Papa Francesco ai palermitani, cita don Pino Puglisi, ricorda il celebre discorso del cardinale Salvatore Pappalardo in occasione dell’uccisione di Carlo Alberto Dalla Chiesa. (Giornale di Sicilia)

«È stata una festa popolare, è stata una festa offerta ai tanti turisti in visita a Palermo, il Quattrocentesimo Festino di Santa Rosalia è stata la festa della città». Lo ha detto il sindaco Roberto Lagalla, commentando la lunga serata del Festino numero 400. (Giornale di Sicilia)

PALERMO (ITALPRESS) – “A chi vogliamo lasciare la nostra città, i nostri quartieri, le nostre case, le nostre strade? A questa nuova peste che, sotto i nostri occhi, camuffata di normalità e di ineluttabilità, sta contagiando i nostri giovani, cioè i nostri figli e nipoti, a Ballarò come al Cep, a Bagheria come a Termini imerese?! Questa tremenda peste entra nelle nostre case, nelle nostre scuole, nei luoghi di ritrovo dei giovani, nei luoghi di divertimento e dello sport. (quotidianodigela.it)