Mattarella e Schlein alle fosse Ardeatine, l'Anpi critica Meloni e La Russa

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La commemorazione dell’81° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine si è svolta oggi con la consueta solennità, riunendo rappresentanti delle istituzioni e associazioni partigiane. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto una corona d’alloro nel mausoleo che custodisce i resti delle 335 vittime, uccise il 24 marzo 1944 per rappresaglia nazista dopo l’attentato di via Rasella. Alla cerimonia era presente anche Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, a sottolineare il valore trasversale di una memoria che, sebbene condivisa, continua a generare tensioni politiche.

Non sono mancate le polemiche, sollevate dall’Anpi, che ha contestato le dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa e della premier Giorgia Meloni. Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’associazione partigiana, ha definito "indegne" le parole dei due esponenti di Fratelli d’Italia, accusandoli di aver omesso il ruolo attivo dei fascisti nell’eccidio. "Si parla di nazisti – ha osservato – ma si tace sui complici italiani, come il questore Caruso". Un riferimento esplicito alla responsabilità di chi, all’epoca, collaborò con l’occupante tedesco.

La disputa non è nuova. Già l’anno scorso La Russa aveva suscitato proteste definendo il battaglione "Bozen" – l’unità colpita a via Rasella – una formazione quasi inoffensiva, composta da militari anziani. Una ricostruzione giudicata distorta dall’Anpi, che vi leggeva un tentativo di sminuire la Resistenza. Oggi, la critica si ripete: attribuire la strage ai soli nazisti, senza menzionare il sostegno fascista, equivarrebbe a un’ammissione di continuità con quel passato.