«M. Il figlio del secolo», esercizi di crudeltà italica
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L’apparizione della scritta «Ministero della Cultura» in fasciofont sui titoli di testa di M. Il figlio del secolo in onda dal 10 gennaio su Sky sarà più o meno beffarda di quanto non sembrò all’anteprima veneziana della serie tratta da Antonio Scurati? E, con tutto quel che è successo dopo, la battuta «Make Italy great again!» buttata lì da Mussolini/Luca Marinelli, sguardo in macchina per metà della storia dal momento che siamo soprattutto noi oggi il pubblico del suo cabaret, farà ancora più impressione? Preveggenza? O Bagaglino? E LA «M», che i nostri nonni ricordavano cucita come un umiliazione sulle loro ruvide camicette di piccoli italiani? Alle prese come stiamo col fascismo planetario che oggi viaggia su piattaforme e satelliti ma all’epoca si mostrava nei cinema e nei teatri (Mussolini perennemente in scena, musiche di Puccini, viva!, visualità istituto Luce), il tono fumettistico/internazionale della messa in scena del regista Joe Wright con esplicite citazioni di distopie scure e grottesche alla Batman (Benito il Pinguino) aiuterà a esplorare meglio il campo semantico della lettera tatuata sulla pelle della nostra disgraziata storia? M come Mussolini. (il manifesto)
La notizia riportata su altri media
Fascisti riluttanti. Almeno a parole. Perché interpretare Benito Mussolini e la sua amante Margherita Sarfatti, o dirigerli, non fa fare certo una bella figura nel jet-set cinematografico romano. E infatti eccoli Luca Marinelli e Barbara Chichiarelli (in verità più lui che lei), insieme al regista Joe Wright, rilasciare pudiche interviste, con quella castigatezza affettata nel parlare della parte che, obtorto collo, gli è capitata in sorte. (Liberoquotidiano.it)
In otto episodi il regista Joe Wright racconta la nascita del fascismo in Italia e l'ascesa al potere di Benito Mussolini, magnificamente interpretato da Luca Marinelli . Un'ascesa resa possibile grazie ad un vitalismo che diventa violenza, un opportunismo che sfrutta lo scontento del primo dopoguerra e la debolezza della politica, come ha spiegato il regista: «Mussolini era un opportunista, si aggrappava ad ogni cosa che potesse far emergere se stesso e il suo ego, sapeva come sfruttare quello che succedeva a suo vantaggio. (AMICA - La rivista moda donna)
È la volontà di pochi che si impone sulla volontà di molti. È la legge del più forte. (Corriere della Sera)
Il regista britannico e l'attore italiano si interrogano a vicenda per scoprire cosa ha rappresentato per entrambi lavorare alla complessa e coraggiosa serie Sky Original che racconta l'ascesa al potere di Benito Mussolini (Sky Tg24 )
Io non lo conoscevo nemmeno, non sapevo nemmeno chi cazz fosse. Nell’ultima puntata della Zanzara, Giuseppe Cruciani ha espresso la sua opinione riguardo a diversi temi, iniziando con una critica feroce verso l’attore che ha interpretato il Duce in una serie su Mussolini (Nicola Porro)
In otto episodi il regista Joe Wright racconta la nascita del fascismo in Italia e l’ascesa al potere (Io Donna)