Non una di meno, la marea fucsia domani inonda l’Italia

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il manifesto INTERNO

Domani l’Italia si tinge di fucsia. Quasi tutte le città del paese in cui è attiva un’assemblea di Non una di meno, infatti, hanno aderito allo sciopero territoriale con lo slogan «Lotto, sciopero, boicotto». Non solo le grandi città, ma anche i piccoli centri scenderanno in piazza «contro violenza patriarcale, guerre e povertà». L’invito è a uno sciopero «transfemminista dal lavoro produttivo, riproduttivo, di cura e dei consumi» scrive Non una di meno, che ha radicalmente esteso e trasformato i concetti di sciopero e lavoro in questi 9 anni di attività. (il manifesto)

Ne parlano anche altri giornali

Www.controradio.it Verso l'8 marzo: sciopero transfemminista. L'intervista Play Episode Pause Episode Mute/Unmute Episode Rewind 10 Seconds 1x Fast Forward 10 seconds 00:00 / 00:07:51 Share Share Link Embed (Controradio)

Eppure, come si legge dalla loro pagina Facebook, lo sciopero indetto per sabato non si limita ad "abbattere i ruoli e le aspettative di genere, per boicottare la riproduzione di un sistema sociale sempre più violento e autoritario". (Liberoquotidiano.it)

Ma anche mimose e appuntamenti istituzionali. BOLOGNA – Lotto, boicotto, sciopero. (La Repubblica)

L’8 marzo 2025, Non Una di Meno Alba scende in Piazza Risorgimento dalle 15:30. Gli interventi che comporranno il presidio sono volti a riflettere e soprattutto protestare collettivamente contro il sistema patriarcale. (Cuneodice.it)

L'appuntamento è alle 10.30 in via Fanti d'Italia, per un corteo che si snoderà per tre chilometri sino a giardini di Brignole. I partecipanti attraverseranno la città percorrendo le due gallerie tra largo Zecca e piazza Corvetto, e all’arrivo si fermeranno ai giardini di Brignole per continuare la giornata tra pranzo condiviso, interventi, musica, balli e creazioni artistiche. (Genova24.it)

«Sarà sciopero dal lavoro produttivo, riproduttivo e di cura – si legge nella nota – dai consumi e dalle devastazioni strutturali dell’ecosistema, dalle opprimenti gabbie dei ruoli e delle aspettative di genere, per boicottare la riproduzione di un sistema sociale sempre più violento e autoritario». (Gazzetta di Reggio)