Il secondo mandato di Trump: tempi bui ma qualche luce
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“È l’ora di mettere le divisioni degli ultimi quattro anni da parte. È arrivata l’ora di unirci”. Così Donald Trump la sera della recente vittoria al suo secondo mandato. Parole pacate che ricordano quelle espresse subito dopo la prima elezione del 2016. Poi però il suo discorso di insediamento il 20 gennaio del 2017 fu descritto dall’ex presidente George W. Bush come “some weird sh…t” (strana m…da) per i toni oscurantisti e minacciosi delle parole uscite dalla bocca di Trump. (GLI STATI GENERALI)
Ne parlano anche altri giornali
Caro Avvenire, mi sento sollevata dalla vittoria di Donald Trump perché credo che significhi molto in termini di opposizione al politicamente corretto e alle élite globaliste che ostacolano il “free speech” in Occidente (alcuni professori dell'Università di Harvard hanno sospeso un giorno le lezioni per far digerire l'esito elettorale agli studenti). (Avvenire)
L’Europa, spaesata e impaurita, attende in difesa l’imprevedibile Trump che, armato più di testosterone che di diplomazia, minaccia nuovi da… Laura Traverso — Genova (la Repubblica)
Il criptico messaggio arriva durante il dibattito riguardo le relazioni Ue-Usa. La vittoria di Trump, secondo Borrell, non è “casuale”, ma spiega un cambiamento sociale profondo nella società statunitense, che specularmente si trova anche nell’altra sponda dell’Atlantico. (EuNews)
Il 47esimo presidente degli Stati Uniti – che è stato anche il 45esimo – ha colorato di rosso la mappa americana saltando molto oltre l’asticella minima dei 270 grandi elettori e si è anche assicurato la maggioranza nel voto popolare con un distacco di 5 milioni (l’ultimo candidato repubblicano a riuscirci fu George W. (Corriere della Sera)
Il trumpismo è un’ideologia o un metodo di governo, basato su pragmatismo e imprevedibilità? La differenza non è senza conseguenze per gli alleati europei, ansiosi di contare con Donald Trump. (Corriere della Sera)
La vice presidente Kamala Harris si era rivelata, anzi, uno dei migliori sfidanti tra tutti coloro che quest’anno hanno dovuto affrontare il giudizio delle urne nei paesi industriali avanzati, potendo contare su una campagna elettorale disciplinata, la candidatura storicamente impopolare di Trump e un’economia americana che naviga a gonfie vele. (Corriere della Sera)