Autonomia, Schlein: "Richiesta referendum in Regioni in cui governiamo"

Autonomia, Schlein: Richiesta referendum in Regioni in cui governiamo
Più informazioni:
LAPRESSE INTERNO

Emilia-Romagna parte subito, a breve anche Toscana. Zaia: "Opposizioni in 10 anni al governo non hanno fatto nulla" “Stiamo lavorando con le altre forze politiche e sociali per prepararci a raccogliere le firme per il referendum abrogativo e intanto posso già annunciare che porteremo la richiesta di referendum nei consigli delle Regioni in cui governiamo”. Lo dice la segretaria del Pd Elly Schlein (LAPRESSE)

La notizia riportata su altri media

E chiedono "al presidente dell'Assemblea legislativa di comunicare la presente deliberazione ai consigli regionali di tutte le altre Regioni, con invito all'adozione di un uguale atto affinché si possa dare seguito all'iniziativa referendaria”. (il Resto del Carlino)

La Regione Emilia-Romagna chieda l’indizione del referendum popolare abrogativo verso la legge sull’autonomia differenziata approvata dal Parlamento su proposta del governo Meloni.A chiederlo, in una documento sono Marcella Zappaterra (Pd, prima firmataria), Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa), Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini Presidente), Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle), Giulia Pigoni (Italia Viva) e Silva Zamboni (Europa Verde). (Corriere Romagna)

L’obiettivo è quello di arrivare all’ok in pochi giorni, prima delle dimissioni del governatore Stefano Bonaccini (attese tra l’11 o il 12 luglio), neoeletto parlamentare europeo. Un passaggio fondamentale: per richiedere il referendum servono le deliberazioni di almeno cinque Consigli regionali. (Il Fatto Quotidiano)

L’Autonomia Differenziata e la secchia rapita

"Con le altre Regioni ci siamo riuniti - spiega il presidente dell'Assemblea Antonio Mazzeo -, il testo è stato condiviso. A breve dovrei ricevere la proposta di delibera sottoscritta dai capigruppo che vogl… (La Repubblica Firenze.it)

Il dibattito su cosa si intenda per «organizzazione della giustizia di pace» è quanto mai aperto. In realtà, ai tempi della modifica del Titolo V ci fu chi si oppose in nome di uno squilibrio sulla giustizia, sia pure di pace (l’ex giudice conciliatore), fra una regione e un’altra. (Corriere della Sera)

Non vi è alcuno, che pretenda al titolo di defensor constitutionis, che non abbia levato la sua voce, più o meno autorevole, accusando di profanare la ‘carta’ che ci regge coloro che propongono modifiche strutturali (premierato, magistratura) e financo la sua attuazione (autonomia differenziata). (StrettoWeb)