Si alza il velo sull'ipocrisia delle femministe rosse. Vedono il patriarcato in Occidente, non in Iran
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Una delle conseguenze dell'arresto di Cecilia Sala in Iran è quella aver infranto il velo di ipocrisia del femminismo nostrano. Se ad essere arrestata è una giornalista italiana non legata al radicalismo di sinistra e per giunta in una nazione non occidentale, le femministe tacciono e ignorano la notizia. Collettivi, movimenti transfemministi, associazioni per i diritti delle donne sempre in prima linea quando si tratta di attaccare Israele e gli Stati Uniti non hanno trovato il tempo per scrivere una riga di vicinanza alla giornalista italiana arrestata. (il Giornale)
La notizia riportata su altri giornali
Come spiega questo arresto? «Probabilmente per via della frammentazione politica esistente in questo momento a Teheran. A parlare è Mauro Conciatori, 66 anni, ex ambasciatore italiano a Teheran dal 2014 al 2019. (ilmessaggero.it)
La tensione sta montando e anche per questo i genitori di Cecilia Sala hanno chiesto il silenzio stampa. La giornalista è stata fermata inizialmente senza un motivo ufficiale: di fatto, si è trattata di una ritorsione del Governo di Teheran nei confronti dell’Italia dopo l’arresto di Mohammad Abedini. (Virgilio Notizie)
Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Zona Bianca su Rete 4. Lei ancora non ha le condizioni di detenzione che ci erano state assicurate». (ilgazzettino.it)
La questione sarebbe comunque complicata ma il ritardo nel metterla a fuoco pesa: fino al 26 dicembre l’esecutivo ha agito come se non avesse compreso che l’arresto di Cecilia Sala a Teheran, avvenuto il 19, era una ritorsione per quello di Mohammad Abedini Najafabadi, l’ingegnere iraniano … (Il Fatto Quotidiano)
Introduzione (Sky Tg24 )
Quelli che si sono aperti subito, il 19 dicembre, giorno dell’arresto di Cecilia Sala. Italia e Iran si stanno parlando. (La Stampa)