Il giorno in cui l'Italia si scoprì contro l'Europa
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Forse dunque è vero che viviamo in una rete di arabeschi, come diceva Ennio Flaiano, in una locuzione che era il diretto corollario dell’affermazione per cui “in Italia la linea più breve tra due punti è l’arabesco”. Per un giorno questa patriottica industria del ghirigoro si è trasferita a Strasburgo, al seguito di alcuni tra i suoi più … (L'HuffPost)
La notizia riportata su altri giornali
Secondo il roll call, hanno votato a favore del testo Stefano Bonaccini, Antonio Decaro, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Irene Tinagli e Raffaele Topo. (Liberoquotidiano.it)
"Capisco il suo imbarazzo nel difendere il piano di riarmo europeo mentre il suo partito, la Lega, ha appena votato contro al Parlamento Ue". Camera Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev (ilmessaggero.it)
Spaccato a metà. Ne è uscito così il Partito democratico dal voto sulla risoluzione al Parlamento europeo che ha dato il via libera al piano di Difesa europeo, incluso il sostegno al ReArm Ue proposto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. (Il Dubbio)
ROMA – Disuniti alla meta. Una diversità di posizioni e di vedute che restituisce la fotografia di un Belpaese con poche idee e pure (politic… (la Repubblica)
Dopo il voto in Ue del Pd sul riarmo, nel partito diversi esponenti hanno chiesto di aprire una discussione interna sulla politica estera. "E' necessario un confronto fondato sulla consapevolezza che il posizionamento internazionale di un partito ne definisce identità, profilo e credibilità", ha spiegato Fassino. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Mentre Giuseppe Conte ha espresso una forte opposizione al piano di Ursula von der Leyen, il Pd (che è il secondo partito dell'eurogruppo socialista per numero di parlamentari) che cosa farà? Elly Schlein ha dichiarato a voce alta la sua contrarietà alla proposta della Commissione Ue, ma tra i dem molti temono che un eventuale voto contrario possa allontanare il partito dagli alleati progressisti in Europa, rendendo l'Italia meno influente nei futuri processi decisionali sulla difesa comune. (ilmessaggero.it)