Sanità a pezzi, 4,5 milioni rinunciano a cure

Sanità a pezzi, 4,5 milioni rinunciano a cure
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il manifesto INTERNO

Chi può permetterselo si arrangia da sé. È il dato che emerge con maggiore forza dal settimo rapporto sul servizio sanitario nazionale redatto dalla Fondazione Gimbe e presentato ieri in Senato. Le 200 pagine stilate dal think tank di Nino Cartabellotta certificano lo stato di crisi della nostra sanità a colpi di dati, grafici e tabelle. Ma nel rapporto di quest’anno si disegna il piano inclinato su cui sta scivolando un servizio che oramai non può dirsi universale. (il manifesto)

Se ne è parlato anche su altri media

TERMOLI. Nel 7° Rapporto Gimbe sul Servizio Sanitario Nazionale dati, analisi, criticità e proposte: dal finanziamento pubblico alla spesa sanitaria, dai Livelli Essenziali di Assistenza all’autonomia differenziata, dal personale alla Missione Salute del Pnrr, sino al Piano di Rilancio del Servizio sanitario nazionale. (Termoli Online)

Un radicale cambio di rotta nella tutela della salute delle persone, un modello di sanità pubblica ispirato da princìpi di universalismo, uguaglianza ed equità e finanziato dalla fiscalità generale. Il 23 dicembre 1978 il Parlamento approvava a la legge 833 che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in attuazione dell’art. (La Stampa)

Il secondo dato descrive una situazione non solo desolante, ma aggiunge anche che quella percentuale di incremento delle spese sanitarie a carico delle famiglie è perfino sottostimata: quasi 4,5 milioni di italiani nel 2023 hanno rinunciato a curarsi e di questi 2,5 milioni hanno fatto questa scelta perché non avevano soldi. (ilmessaggero.it)

7° Rapporto Gimbe/ Mattarella, Ssn pilastro essenziale tutela diritto salute. «Misure sinergiche per livelli sempre più elevati qualità»

Come sta il paziente Sanità. Lo dice il rapporto Gimbe. La situazione nel Lazio. ha criticità in termini di rinuncia alle cure, saldo negativo di mobilità sanitaria e una forte dipendenza dal privato (AlessioPorcu.it)

Leggendo il report emerge, in particolare, che per la Basilicata c’è una buona percentuale di posti letto aggiuntivi di terapia sub intensiva realizzati al 31 luglio 2024: parliamo del 70 per cento, rispetto al 50 della media italiana, numero che colloca il territorio lucano al sesto posto in Italia. (Ufficio Stampa Basilicata)

Per garantire livelli sempre più elevati di qualità nella prevenzione, nella cura e nell’assistenza, è necessaria la costante adozione di misure sinergiche da parte di tutti gli attori coinvolti». La sua efficienza è frutto, naturalmente, delle risorse dedicate e dei modelli organizzativi applicati, responsabilità, quest’ultima, affidata alle Regioni. (Sanità24)