Calenzano, un migliaio di persone in piazza contro le morti sul lavoro: «Ogni morto è una sconfitta»
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Ci sono sindacalisti, lavoratori, esponenti politici. La manifestazione indetta a Calenzano Cgil, Cisl e Uil dopo la morte dei cinque operai nell'esplosione allo stabilimento Eni mette al centro la sicurezza. Vengono citati dal palco i nomi delle vittime per poi affermare che «Ogni morto è una sconfitta per tutti». Presenti alla manifestazione anche Nicola Fratoianni, il presidente della regione Giani e le istituzioni locali. (Corriere TV)
La notizia riportata su altri giornali
La prima vittima dell'esplosione verificatasi nel deposito Eni di Calenzano, Vincenzo Martinelli, aveva fatto presente già nei mesi scorsi all'azienda di trasporti per la quale lavorava di aver riscontrato una serie di anomalie nelle operazioni di carico nel sito (il Giornale)
La violenta esplosione del 10 dicembre 2024 al deposito ENI di Calenzano (FI) che ha causato 5 morti e 26 feriti potrebbe essere stata dovuta probabilmente a vapori di idrocarburi che si sono infiammati in una pensilina di carico delle autobotti. (Geopop)
A Calenzano, insieme all’odore acre delle fiamme, i vigili del fuoco avevano da poco portato via anche l’illusione della spe… Ma un «disastro». (La Repubblica Firenze.it)
Oggi le sue parole sono riportate da Repubblica. L'autotrasportatore napoletano aveva espresso preoccupazioni per le «continue anomalie riscontrate sulla base di carico», e lo aveva anche segnalato ai suoi superiori con una lettera. (ilmattino.it)
Una tragedia che avrebbe potuto essere anche più grave perché accanto alla pensilina di ricarica dove si è verificata l’esplosione ci sono almeno 20 cisterne che contengono carburante. E a Cremona, dove esiste un deposito molto simile, non manca qualche preoccupazione. (CremonaOggi)
Da un lato la miccia dell’esplosione, che potrebbe essere stata provocata secondo i pm, dalla “chiara inosservanza delle rigide regole previste” e da una “condotta scellerata”: consentire lavori di manutenzione, affidati da Eni a una ditta esterna, Sergen, che potrebbero – è l’ipotesi da verificare – aver innescato la bomba. (Il Fatto Quotidiano)