Accordo Italia-Albania, La Sentenza della Corte Europea di Giustizia e le Implicazioni

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La recente sentenza della Corte Europea di Giustizia, che ha stabilito il principio secondo cui uno Stato non può essere considerato sicuro se anche solo una sua regione è insicura, ha sollevato preoccupazioni riguardo all'accordo tra Italia e Albania. Tuttavia, Federico Castiglioni, ricercatore presso l'Istituto Affari Internazionali, ha assicurato che tale sentenza non rende inutile il protocollo tra i due Paesi. Secondo Castiglioni, l'accordo rimane valido e operativo, nonostante le nuove direttive europee.

Il primo ministro albanese, Edi Rama, ha chiarito che i centri per migranti in Albania non riguardano direttamente il governo albanese, ma che il suo governo interverrà solo se coinvolto dall'Italia e se ci saranno motivi di preoccupazione. Rama ha spiegato che l'accordo prevede che i migranti non possano uscire dalle strutture e circolare liberamente in Albania, garantendo così un controllo rigoroso sui movimenti dei richiedenti asilo.

Le immagini del centro di Gjader, consegnato il 9 ottobre insieme a quello di Schengjin, mostrano le strutture destinate al trattenimento dei richiedenti asilo. I migranti saranno trasportati via nave al porto di Schengjin, nel nord dell'Albania, e successivamente trasferiti a Gjader, un ex sito dell'Aeronautica albanese situato a circa venti chilometri verso l'interno. Questi centri sono stati realizzati in base agli accordi tra Italia e Albania, con l'obiettivo di gestire in modo più efficiente il flusso migratorio.

Francesco Micela, presidente della sezione del tribunale di Palermo, ha sottolineato come la sentenza della Corte di Giustizia Europea abbia ridefinito i criteri per identificare un Paese come sicuro, rendendo più difficili i trattenimenti.