Mike Tyson: “A giugno sono quasi morto. Una vittoria salire sul ring un’ultima volta”
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"Questa è una di quelle situazioni in cui hai perso ma comunque hai vinto. Sono felice per la scorsa notte. Nessun rimpianto per essere salito sul ring un'ultima volta". Così su X Mike Tyson, tornato sul ring a 58 anni per sfidare ad Arlington, in Texas Jake Paul, youtuber di 27 anni, che ha vinto il match di otto riprese ai punti, davanti a 70 mila spettatori. "Sono quasi morto a giugno”, ha scritto Tyson, riferendosi al riacutizzarsi di un’ulcera che ne ha messo in pericolo la vita mentre era su un volo diretto da Miami a Los Angeles (la Repubblica)
Se ne è parlato anche su altri media
A giugno sono quasi morto," ha dichiarato l'ex campione dei pesi massimi. Nonostante le ipotesi iniziali di una sfida contro Logan Paul, fratello di Jake, Tyson ha scelto di appendere i guantoni al chiodo, affidando il suo annuncio a un post su X. (Tiscali)
La leggenda della boxe è salita un'ultima volta sul ring e ne è uscita con una sconfitta. Ma ai delusi ricorda cosa ha rischiato appena 5 mesi fa (Open)
Il match di boxe di qualche giorno fa tra Mike Tyson e Jake Paul è stato uno degli eventi sportivi più seguiti dell’anno. L’incontro, che ha visto prevalere il 27enne youtuber sulla leggenda del boxe tornata sul ring a 58 anni, ha fruttato nelle casse di entrambi i lottatori milioni di Dollari. (Everyeye Lifestyle)
Tyson ha dato anche dei dettagli sul problema di salute accusato lo scorso giugno: all'epoca fu descritta come la riacutizzazione di un'ulcera. "Sono quasi morto a giugno. Ho avuto 8 trasfusioni di sangue. (Eurosport IT)
Ma prima di tutto questo l’ex campione del mondo dei pesi massimi, oggi 58 anni, è stato ripreso senza vestiti dalle telecamere di Netflix. (Corriere della Sera)
Attorno a questa consapevolezza, Paul e altri hanno avuto la capacità di costruire un mercato nuovo e di chiamarlo in una maniera che ci facesse dimenticare che sempre di compravendita di idiozia si trattava: influencer economy, questo ci siamo ridotti a dire per non dirci che l’umana civiltà è avanzata al punto tale che l’idiozia non è più una condizione dalla quale affrancarsi ma una fortuna da desiderare. (Undici)