Striscia di Gaza: neonata morta dal freddo in una tendopoli

Striscia di Gaza: neonata morta dal freddo in una tendopoli
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Agenzia askanews ESTERI

Roma, 26 dic. – Una neonata è morta per ipotermia nella Striscia di Gaza. Lo hanno denunciato fonti sanitarie, ricordando che si tratta del terzo bambino deceduto per il freddo negli ultimi giorni.La famiglia della piccola, di 3 settimane, viveva in una delle tendopoli della Striscia per i palestinesi sfollati a causa della guerra. Il padre della piccola Sila, Mahmoud al-Faseeh, ha raccontato all’Associated Press di averla avvolta in una coperta per cercare di tenerla al caldo nella loro tenda nell’area di Muwasi, fuori dalla città di Khan Younis, ma questo non è stato sufficiente. (Agenzia askanews)

Ne parlano anche altre fonti

Il furgone dei giornalisti colpito in uno dei raid israeliani - Reuters (Avvenire)

GAZA – Si chiamava Sila: aveva solo tre settimane ed è morta congelata durante la notte di Natale nella Striscia di Gaza, vicino a Khan Younis, mentre Israele e Hamas continuano ad accusarsi a vicenda di aver complicato gli sforzi per il cessate il fuoco che avrebbe potuto porre fine alla guerra di 14 mesi. (Firenze Post)

Dalla speranza alla tragedia, dalla storia alla cronaca, tutta racchiusa in un nome che evoca le vette della Calabria centrale, fredde come il gelo impietoso che a Natale si è portato via uno scricciolo di appena tre settimane. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

A Moliterno un’installazione sulla natività e in solidarietà col popolo di Gaza. I dettagli

Ti chiamavi Sila, la tua capanna era una tenda, non eri nata a Betlemme ma in una tendopoli a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, quello spicchio di mondo in cui Israele e Hamas non sono capaci di accordarsi per il cessate il fuoco, in cui ha smarrito ogni significato la parola pietà. (la Repubblica)

A causa del vento gelido, al mattino la piccola era irrigidita, aveva le labbra viola e presentava vistose macchie sul volto: nonostante la corsa nell'ospedale del campo, i suoi polmoni si erano già deteriorati (Il Fatto Quotidiano)

Spiegano gli autori che l’installazione: “è solo un modo, una lettura per condannare il genocidio che sta subendo il popolo palestinese dall’ottobre del 2023 e per ricordare che, oltre alle migliaia di palestinesi morti e feriti, a Gaza le università e i luoghi di culto sono chiusi, nessun bambino va scuola da più di un anno e non vi tornerà presto, e che quasi tutti gli ospedali della città sono distrutti e ridotti a macerie. (Potenza News )