Lo tsunami del 26 dicembre 2004 e i progressi compiuti nel frattempo
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Quando scriviamo tutti, intendiamo anche il Mediterraneo. Uno dei pericoli maggiori, in questo senso, è rappresentato dalla cosiddetta faglia ligure, all’estremo ovest delle coste italiane, vicino alle Alpi marittime francesi. Questa faglia fu protagonista di un terremoto, storico, nel 1887, seguito da uno tsunami caratterizzato da un’onda di un metro. Può sembrare un’altezza ridicola, in realtà un muro d’acqua di quelle dimensioni che si abbatte a 30 chilometri orari su spiagge affollate sarebbe letale. (Corriere del Ticino)
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L'area di Banda Aceh, la più colpita dal disastro, è diventata famosa in tutto il mondo anche per lo studio e la sperimentazione di strategie per la riduzione del rischio legato ai maremoti. (Le Scienze)
Sono trascorsi 20 anni dal 26 dicembre 2004, quando nell’Oceano Indiano al largo della costa nord-occidentale di Sumatra, si verificò un violentissimo terremoto di magnitudo 9.1. Sono passati 20 anni da quando il 26 dicembre 2004 un terremoto di magnitudo 9.1 nell'Oceano Indiano innescò uno tsunami che devastò l'Indonesia e altri Paesi affacciati sull'Oceano Indiano. (Geopop)
Erano tutti e tre a Phi Phi Island, proprio di fronte alla pasticceria che gestivano in una delle isole più conosciute e visitate dell’intero subcontinente. Mila quelle stimate - anche due romagnoli. (Corriere Romagna)
Morirono circa 230 mila persone, tra le quali 54 italiani. Accadde esattamente vent’anni fa, il 26 dicembre 2004, e in questa stessa data viene ricordato in tutto il mondo come uno dei cataclismi naturali più gravi della... (Necrologi)
Cerimonie oggi in vari paesi dell'Asia per ricordare le vittime dello tsunami più devastante del XXI secolo. Onde enormi si abbatterono sulle comunità costiere di molti Paesi nel sud-est asiatico, tra cui Indonesia, Sri Lanka, Thailandia, India e le Maldive. (Adnkronos)